
Nell’autopsia e negli esami tossicologici la verità sul ritrovamento del corpo della 31enne di Arischia. Affidato l’incarico all’anatomopatologo.
Perché dopo essersi ferita non ha gridato o almeno non ha chiesto immediatamente aiuto Valentina Bongiorno, la 31enne che nella mattinata di mercoledì scorso è stata trovata priva di vita all’interno di un appartamento inagibile delle case popolari di Arischia? A queste e altre domande dovrà cercare di rispondere l’esame autoptico, affidato oggi all’anatomopatolo Giuseppe Calvisi dalla Procura. L’esame presumibilmente verrà svolto tra il weekend e lunedì prossimo, ma per risposte definitive occorrerà attendere anche gli esami tossicologici, che potrebbero chiarire se la donna – al momento di quella che al momento sembra una tragica fatalità – fosse in condizioni tali da gestire correttamente l’emergenza verificatasi, che evidentemente in poco tempo l’ha condotta alla morte. In caso contrario, l’ipotesi della tragica fatalità verrebbe rafforzata. Nel frattempo, la Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, diretta dal vice questore aggiunto, il dottor Tommaso Niglio, procede nelle indagini a 360 gradi, senza tralasciare alcuna pista, almeno fino a quando gli esami autoptici permetteranno di seguire un indirizzo definitivo.
Arischia, la dinamica del presunto incidente.
Salvo indicazioni diverse che eventualmente arriveranno dall’autopsia, la morte della 31enne sarebbe da imputare a una tragica fatalità. A confermare l’ipotesi, diversi elementi indiziari, a partire dalla chiave rotta nella porta. La parte mancante della chiave è stata rinvenuta tra gli oggetti personali della donna, nel suo portachiavi, quindi risulta plausibile che – impossibilitata ad entrare dalla porta – la 31enne abbia tentato di entrare dalla finestra, con esito tragico. Anche la circostanza del ritrovamento del corpo in slip e maglietta, che avrebbe potuto far pensare al peggio, potrebbe rientrare nel quadro dell’incidente: i vestiti, infatti, sono stati ritrovati bagnati, come se la donna avesse appena fatto una lavatrice e quindi si fosse ritrovata per qualche motivo chiusa fuori casa. Il che spiegherebbe anche perché la stessa non abbia cercato aiuto, invece di avventurarsi nel rompere e scavalcare una finestra. Se davvero le cose sono andate così, però, lo dirà solo l’autopsia, prima della quale evidentemente nessuna pista può essere esclusa, per questo comunque la Polizia prosegue con le indagini a tutto campo, cercando di ricostruire vita della donna e le sue ultime ore, interrogando amici e conoscenti.