Alla scoperta delle mura con zia Giusta



Basato su un’idea di Massimo Casacchia, il volume intende avvicinare i più piccoli allo studio della storia dell’Aquila ed all’importanza rivestita dai monumenti, in particolare dalle mura cittadine.
di Andrea Giallonardo
Basato su un’idea di Massimo Casacchia, professore emerito di psichiatria presso l’Università dell’Aquila, e scritto da Ada D’Alessandro, docente ricercatrice presso l’ IRRE Regione Abruzzo, il volume intende avvicinare i più piccoli allo studio della storia dell’Aquila ed all’importanza rivestita dai monumenti, in particolare dalle mura cittadine. L’incontro, organizzato dal Rotary Club L’Aquila, ha fornito l’occasione per discutere dello stato attuale delle mura urbiche e della loro valorizzazione. Insieme al professor Casacchia ed alla professoressa D’Alessandro sono infatti intervenuti l’assessore alla cultura Di Cosimo, il professor Fabio Redi, ordinario di archeologia medievale presso l’ateneo dell’Aquila, l’architetto Antonio Di Stefano della Soprintendenza e l’avvocato Cesare Ianni di Jemo ‘Nnanzi che ha parlato in nome della Compagnia Delle Mura cui fanno capo le 11 associazioni culturali che, grazie alla delibera comunale dell’aprile 2017, si sono dichiarate disponibili a monitorare e valorizzare l’antica cinta muraria.
“La cinta muraria di una città viene di solito derubricata a semplice opera militare a carattere difensivo – ha spiegato il professor Redi – in realtà le mura hanno svolto per secoli un importante ruolo dal punto di vista simbolico ed economico. Una città dotata di mura poteva controllare chi entrava ed usciva dai suoi confini imponendo dazi e gabelle e, cosa da non sottovalutare, poteva rivendicare una certa importanza rispetto ai piccoli centri che di mura non avevano bisogno”. Le mura erano quindi scudo ma anche corona di una città e l’importanza di favorirne lo studio ha portato la professoressa D’Alessandro ad elaborare un racconto la cui protagonista è una zia impegnata a raccontare la storia aquilana al proprio nipotino partendo dalle mura della città.
Professoressa D’Alessandro, com’ è nata l’idea di scrivere un racconto incentrato sulle mura?
L’idea è stata di Massimo Casacchia, io ho messo a disposizione le mie conoscenze dal momento che ho studiato le mura aquilane per scrivere la tesi magistrale. Abbiamo quindi pensato di far conoscere la città e le mura ai più giovani che purtroppo conoscono L’Aquila nella misura in cui possono viverla.
Vivere una città terremotata deve essere difficile
Esattamente, il sisma non ha solo distrutto la città ma ha anche fatto sì che un’intera generazione vi stia crescendo senza conoscerla. Molti monumenti e luoghi di interesse sono ancora inaccessibili, questo ha condizionato l’emergere nei più giovani di una salda coscienza civica. Ciò ha riguardato anche le mura la cui importanza storica è bene che vada recuperata, per questo motivo abbiamo voluto inserirle come elemento principale del racconto.
Chi è la protagonista del racconto?
Si chiama Giusta in onore di S. Giusta, nome di una santa martirizzata vicino L’Aquila e di una chiesa capoquarto della nostra città. I ragazzi a cui insegno non sanno nulla di tutto ciò, ignorano la storia della città ed a volte non ricordano neanche i nomi dei quarti cittadini. Chi ha vissuto L’Aquila prima del terremoto porta con sè i mezzi per far sì che la città rinasca mentre loro no, non è colpa loro ma del sisma ed è nostro dovere porre rimedio a questa situazione.
Ed è ciò che fa Giusta, anzi Zia Giusta.
Si, Giusta è una zia che fa l’archeologa e si ritrova a dover rispondere alle domande che il nipotino le fa circa la storia dell’Aquila. Il nipotino, Pietro, pone domande che qualsiasi bambino farebbe e la zia risponde raccontando episodi importanti della storia aquilana e portando il nipote nei luoghi simbolo della città. Tra questi vi sono le mura ma non solo quelle.
Quali sono gli altri elementi che sono inseriti nel racconto?
Nel racconto, molto ricco di immagini realizzate da Cristiano Catalini, sono inseriti elementi come iscrizioni, reperti, cartografie come la pianta redatta da Pico Fonticulano ed antichi documenti. Al volume è allegato un dvd che mostra una serie di immagini della città catturate da un drone fatto volare lungo il perimetro delle mura mentre una voce narrante racconta la storia cittadina con un sottofondo di musica medievale.
