A Livorno come a L’Aquila gli sciacalli del dolore

A Livorno come a L’Aquila per il terremoto, al telefono c’era chi si diceva pronto a brindare per l’alluvione del settembre 2017. Arrestati l’ex coordinatore della Protezione Civile del Comune di Livorno, Riccardo Stefanini, e un imprenditore locale, Emanuele Fiaschi.
“Ci siamo allarmati quando da alcune intercettazioni abbiamo sentito dire da alcuni imprenditori ‘brinderemo all’alluvione'”.
Lo ha detto il capo della squadra mobile di Livorno Salvatore Blasco illustrando con il questore Lorenzo Suraci le indagini dirette dalla procura che hanno portato al nuovo arresto di Riccardo Stefanini, ex coordinatore della protezione civile del Comune.
“Faremo un festeggiamento, un ‘brindisi’ all’alluvione”.
Questo il contenuto della telefonata intercettata nell’ambito delle indagini per turbativa d’asta in concorso e truffa aggravata ai danni di ente pubblico.
L’inchiesta ha portato agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico l’ex coordinatore della Protezione Civile del Comune di Livorno, Riccardo Stefanini, e un imprenditore locale, Emanuele Fiaschi, nonché ad una misura interdittiva del divieto di esercitare qualsiasi ufficio direttivo e di rappresentanza, anche commerciale, delle persone giuridiche e delle imprese, per il periodo di un anno, a carico di Nicoletta Frugoli, rappresentante commerciale di una società di Roma.
L’intercettazione sul terremoto
L’intercettazione telefonica relativa all’Aquila è invece datata 6 aprile 2009.
I due interlocutori sono gli inquisiti Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, e il cognato Gagliardi, molto vicini ad Angelo Balducci, l’ex-vice di Bertolaso nell’emergenza G8 della Maddalena, arrestato ieri con l’accusa di corruzione, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, nonchè pubblico ufficiale presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, con sede alla Ferratella.

I due, nella mattina dell’immediato post sisma, parlavano dell’Aquila pregustando appalti, da comprare a suon di mazzette secondo gli inquirenti, e ridevano:
“Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno“.
“Lo so”(ride)
“Per carità, poveracci“.
“Va buò“.
“Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto“.