Calcio aquilano in caduta libera

3 settembre 2018 | 10:23
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Calcio aquilano in caduta libera

«Sarà bene, comunque – afferma Fulgo Graziosi – effettuare un attento esame introspettivo per cercare di individuare le ragioni del pericoloso declino dello sport aquilano».

di Fulgo Graziosi

La nota del Prof. Enrico Cavalli, appassionato di tutti gli sport e sempre vicino alle esigenze del settore, meriterebbe una pacata e particolare attenzione, senza innescare alcuna polemica che, oltretutto, non sarebbe affatto utile per la risoluzione degli impellenti problemi. Le preoccupazioni di Cavalli e dell’amico Capaldi non sono riferite esclusivamente alla mera applicazione dei regolamenti. Nell’ampia panoramica del calcio nazionale i casi simili a quello dell’Aquila, per la verità anche peggiori, sono stati risolti dai dirigenti della FIGC coniugando norme e buon senso. Cosa che, alla luce delle notizie pubblicate e dalle argomentazioni addotte dagli addetti ai lavori, non sta di certo avvenendo in Abruzzo. La rigida posizione assunta dalla sezione regionale, stando alle notizie dalla stessa diffuse, assume tutti i colori e sapori di un insignificante ostracismo nei confronti della squadra di calcio della città Capoluogo della Regione. Si ha l’impressione che si stia agendo con il paraocchi, trincerandosi dietro a norme tutte da rivedere, senza tener conto minimamente di quanto accade ed è accaduto nelle Federazioni Regionali confinanti, non con il Piemonte o la Sicilia. Lo ha ricordato puntualmente Enrico Cavalli, citando il caso della marchigiana Sambenedettese, fallita quando militava in C2, iscritta d’ufficio dalla Fgic marchigiana direttamente nel campionato di eccellenza 2008/2009. Un provvedimento razionale e trasparente al quale ci si può riferire, non ricorrendo alcuna ragione ostativa. Se, poi  sarà bene, comunque, dovesse esistere qualche ostacolo insormontabile, sarebbe quanto mai necessario ed opportuno che la Fgic regionale comunicasse ufficialmente le ragioni ostative, in maniera che le Istituzioni, la Società e i cittadini possano esaminare ogni possibilità di ricorso legale presso i competenti organi. Sarà bene, comunque, effettuare un attento esame introspettivo per cercare di individuare le ragioni del pericoloso declino dello sport aquilano. Non si può pensare di fare affidamento solo ed esclusivamente sull’impegno dei pochi sponsor che si avvicinano allo sport. Il costo di una stagione sportiva è abbastanza oneroso e non si può pensare di scaricare tutto il peso economico su due o tre persone. È venuto inesorabilmente meno il sostegno della ex Cassa di Risparmio, e non è poco. Le pubbliche istituzioni sono lontane dal mondo dello sport. Le attività produttive, che potrebbero godere delle ricadute economiche legate alle attività sportive, non sono ancora entrate nell’ordine di idee della partecipazione attiva. Infine, tranne uno sparuto gruppo di tifosi, i cittadini ignorano le attività sportive locali. Basta prendere conoscenza dei soci e del numero di spettatori che frequentano lo stadio. Allo stato delle cose non c’è tempo da perdere. Occorre impegnare e sostenere il Comune dell’Aquila, affinché faccia sentire presso la Figc regionale il peso dell’amministrazione e la voce della città e dei cittadini.

L’Asd ‘Città dell’Aquila’, in 1’ Categoria? No, Grazie!

In questi mesi, con vari interventi sui mass media, ci siamo permessi di indicare possibili soluzioni per la salvezza del calcio Aquilano.  Con la stagione agonistica al via, il rimpallo di responsabilità fra la Figc nazionale e regionale, fa precipitare l’Asd ‘Città di L’Aquila’, in 1’ Categoria. E’ il punto più basso per il club rossoblù, che fu il primo a dare risalto nazionale allo sport abruzzese, e, soprattutto, è un vulnus alla stessa riaggregazione aquilana, nel momento forse più delicato, del post sisma 2009.

Continuiamo a chiederci, perché non si applica l’articolo 52 del Noif, per l’inserimento del club rossoblù alla Eccellenza o in subordine alla Promozione Abruzzese, la qualcosa assicurata al nostro primo cittadino, da parte della Figc?  Perché non vale il precedente pro rossoblù, della Us Sambenedettese e che fallita in C2 fu iscritta in Eccellenza marchigiana, nel 2008-09? Perché i sodalizi abruzzesi rinunciano agli incassi che avrebbero incontrando l’Asd L’Aquila, e, di converso la Figc non si preoccupa di un depotenziato stadio ’I.Acconcia-Gran Sasso’?  Altre domande ci verrebbero (che tipo di relazionamenti fra gli attori del dilettantismo abruzzese, al day after del calcio aquilano?), ma vorremmo confidare, ancora, in uno scatto d’orgoglio del nuovo corso rossoblù, il cui futuro sportivo, potrebbe, infatti, chiarirsi alla Sezione speciale del Tar-Lazio. Ove ciò non fosse, ritenendosi improponibile la supposta fusione dei rossoblù con la Asd San Gregorio in Promozione, per un discorso di dignità storica e sportiva, ci sentiamo di invitare la dirigenza dell’ Asd ‘Città di L’Aquila’ a ‘declinare’ la 1’ Categoria, proseguendo a lavorare in simbiosi alla tifoseria più autentica, per una ipotesi di ripartenza credibile e duratura del club rossoblù.

Dott . Dante Capaldi, Decano della stampa abruzzese, già ‘Stella d’argento Coni’, Prof. Enrico Cavalli.