
Ieri, 11 settembre, il pittore Sandro Conti, a 77 anni, ha lasciato la “sua” Barisciano. Il ricordo del prof. Marcello Gallici.
Con queste parole il prof. Marcello Gallici inizia il ricordo del pittore Conti che da anni risiedeva a Barisciano.
«Barisciano non era per lui un luogo in cui vivere, ma IL luogo privilegiato da cui guardare il mondo ritrovandovi
l’essenza della pittura, il fascino dei temi e dei colori, il privilegio delle sfumature e delle trasparenze.»
«Pittore di razza, “maestro” del paesaggio abruzzese (termine, per la verità, un po’ scontato e sicuramente “stretto” per la sua poliedrica attività), Sandro Conti è stato anzitutto, con generosità e capacità uniche, maestro tout-court di pittura, nel senso più alto: ha introdotto alla sensibilità e alla logica dell’opera d’arte generazioni di appassionati, riuscendo a trasmettere passione e tecnica insieme.»
«È stato “forgiatore” di esperienze, maestro di visioni profonde, creatore di auree e di emozioni. Ci ha abituato a cambiare lo sguardo, a riconoscere i processi delle emozioni e a trasformarle in visioni.»
«Non esiste luogo, toccato dalla sua pittura, che oggi non vediamo così come lui ha voluto farci intendere, fino ad introdurre nel cuore delle montagne abruzzesi la traslucidità delle “illuminazioni” rimbaudiane.»
«La sua parabola artistica, avviata sotto lo sguardo acuto di Sinisgalli e in compagnia di Capogrossi, Cagli, Cavalli e dei nomi più illustri della scuola romana, si reggeva su una lunga e affascinante consuetudine con la storia e la tecnica, trasmessegli dal padre (restauratore dei Musei Vaticani) e dal nonno (xilografo tra i maggiori del ‘900); e tuttavia il confronto con il passato è sempre stato per lui fonte di un modo originale per affrontare soprattutto i problemi della visione e della costruzione dell’opera, che il costante dialogo con la pittura dei grandi gli imponeva, verso la ricerca di soluzioni sempre originali e sorprendenti. E più di ogni altra cosa, Sandro è stato un amico prezioso, caro, indimenticabile per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incontrarlo.»