Caso Salvini, Simone Coccia non si scusa

21 settembre 2018 | 09:02
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Caso Salvini, Simone Coccia non si scusa

Accusa di diffamazione, Simone Coccia Colaiuta si rifiuta di scrivere una lettera di scuse a Matteo Salvini. Il processo va avanti: “Una condanna sarebbe una medaglia sul mio petto”.

Non c’era ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini a L’Aquila, per l’udienza del processo a carico di Simone Coccia Colaiuta, accusato di diffamazione nei confronti del leader della Lega. Al suo posto, l’avvocato del ministro, che ha chiesto a Simone – difeso dall’avvocato Francesco Valentini – un risarcimento simbolico e una lettera di scuse per chiudere “pacificamente” la vicenda giudiziaria.

La proposta, però, è stata vigorosamente rigettata da Simone Coccia Colaiuta, che ai microfoni del Capoluogo.it conferma: «Non sono una pecora che si tira indietro, ho scritto quello che pensavo e continuo a pensarlo anche oggi. Matteo Salvini non avrà le mie scuse, preferisco essere condannato. Quando penso una cosa, la dico e non ho paura». Anzi, il finalista dell’ultimo Grande Fratello rincara la dose: «Se dovesse arrivare la condanna, per me sarebbe una medaglia sul petto».

Fallito il tentativo di conciliazione, il processo dunque andrà avanti: «Aspettiamo il ministro Salvini al Tribunale dell’Aquila, – ironizza Simone – così quello che ho scritto su Facebook glielo ripeterò davanti al giudice. La lettera di scuse se la scorda, perché immagino come poi sarà utilizzata».

Insomma, la vicenda giudiziaria è tutt’altro che conclusa, anzi promette di vivacizzarsi ulteriormente.