Regionali, tre assi per Fratelli d’Italia

Elezioni regionali, tocca a FdI-An indicare il candidato presidente per il centrodestra. Da Guerino testa a Michele Russo, il toto nomi.
Ha spiazzato un po’ tutti la quadra trovata a Palazzo Grazioli per la spartizione delle “quote” relative ai candidati presidenti alle prossime regionali. Il vertice Berlusconi, Salvini, Meloni, per l’Abruzzo ha tirato fuori dal cilindro una candidatura alla carica di presidente per Fratelli d’Italia. Una soluzione inaspettata, sia per le “quotazioni” del partito della Meloni, sia per l’esperimento fallito di Teramo, dove il candidato sindaco di FdI Giandonato Morra è risultato soccombere nella sfida con il centrosinistra, ma soprattutto in quella all’interno della coalizione.
La scelta del vertice nazionale, comunque, ha aperto un nuovo “toto-nomi”. Rientrati in panchina i vari candidati in quota Forza Italia come Febbo (fino al vertice a Palazzo Grazioli il più quotato), Gatti, Di Primio, Di Stefano, una nuova squadra entra in campo per l’individuazione del candidato “in quota FdI-An”.
Giorgia Meloni ha chiesto al coordinamento abruzzese tre nomi da mettere sul tavolo politico per una scelta condivisa con gli alleati. Al momento, il “taccuino” del coordinamento è sostanzialmente vuoto, ma non mancano indiscrezioni sui possibili nomi che andranno a comporre la lista dei “magnifici tre”.
Regionali, i nuovi nomi in campo.
A livello nominale, i primi due “giocatori” della nuova partita per la presidenza sarebbero i coordinatori regionali, Giandonato Morra ed Etelwardo Sigismondi, nomination dovute per il ruolo, ma scarsamente accreditate.
I nomi più accreditati sul tavolo politico – invece – sono altri. Il primo, che probabilmente non mancherà nella “lista dei tre” è Guerino Testa, 48 anni, ex presidente della Provincia di Pescara. È stato consigliere comunale (sempre a Pescara), prima con Forza Italia e poi con il Pdl. Dopo una breve esperienza con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, è ora passato a Fratelli d’Italia, con cui è stato candidato alle ultime politiche. Per lui, però, il fardello del procedimento giudiziario avviato nel 2015 nell’ambito del fallimento della Carichieti e non ancora concluso.
A seguire, Michele Russo, 53 anni, ex presidente della Gtm Pescara e noto imprenditore della comunicazione, che ha curato anche la campagna elettorale di Giorgia Meloni, ma ha lavorato anche con il centrosinistra di Del Turco. Insomma, un “uomo per tutte le stagioni”. Nel 1986 Russo ha fondato la sua prima agenzia di comunicazione che nel 1993 diventerà la Mirus. Anche Russo ha avuto procedimenti giudiziari a carico per appalti pubblicitari quando – con D’Alfonso – era presidente Gtm. È stato assolto nel 2015.
Questi i due nomi più accreditati a comporre la “lista dei tre”, ma non mancano altre indiscrezioni, seppur meno quotate.
Partiamo da Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e da sempre vicinissimo a Giorgia Meloni, leader di FdI-An che dal palco di Atreju ha rilanciato “il ruolo dei sindaci”, considerato “vincente” sul campo delle regionali”. Un assist per la prossima candidatura di Biondi? Difficile a dirsi, soprattutto considerato il fatto che gli alleati, da Forza Italia alla Lega Abruzzo passando per le civiche, hanno chiesto una soluzione condivisa, pur nel rispetto di quanto stabilito dal vertice di Palazzo Grazioli. Che – tradotto – potrebbe significare: “Va bene un candidato in quota FdI-An, ma non un uomo strettamente di partito”, per salvare la faccia dopo aver dovuto ingoiare il rospo di una scelta quantomeno inattesa ed evitare il fuoco amico (già registrato a Teramo). Da parte sua, però, Biondi ha già annunciato che dirà il più classico degli “obbedisco”, qualora fosse richiesto dalla Meloni. Una richiesta che però al momento non è ancora arrivata, per lo meno, non con la forza necessaria a rompere gli indugi.
Contro una possibile candidatura di Biondi, anche il fattore L’Aquila. Nonostante il risultato delle politiche, è chiaro che per il centrodestra non sarebbe scontato ripetere il “miracolo” delle scorse amministrative. Senza contare che sarebbe difficile gestire la campagna elettorale di un sindaco eletto da poco più di un anno a L’Aquila, che non è una città qualsiasi. Nel decennale dal terremoto, lasciare L’Aquila per la Regione sarebbe un “peccato mortale” facilmente sfruttabile dagli avversari politici.
Infine Augusto La Morgia, avvocato di Pescara (originario di Lanciano), particolarmente gradito a Giorgia Meloni (proprio dalla leader di FdI è uscito il suo nome, sconosciuto ai più a livello politico). A livello professionale, invece, è più che noto, avendo avuto tra i propri assistiti l’imprenditore Toto e l’ex governatore – ora senatore – Luciano D’Alfoso). L’avvocato accetterebbe la candidatura solo a rappresentanza di un centrodestra unito. Lo stesso quadro nel quale si muoverebbe Legnini, nel centrosinistra. Con Legnini condivide anche una certa autorevolezza che lo renderebbe sicuramente credibile nell’ipotesi della candidatura alla carica di presidente della Regione, per il centrodestra, ma il suo nome sembra essere stato buttato giù più a mo’ di esempio dalla stessa Meloni, che per vera convinzione. Difficilmente farà parte della lista dei tre.
Insomma, se da una parte il vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni ha messo in chiaro a chi toccherà esprimere il candidato, dall’altra per l’individuazione del nome – salvo colpi di scena dell’ultim’ora – si dovrà attendere ancora un serrato confronto tra i partiti, che non vogliono arrivare divisi all’appuntamento del 10 febbraio 2019. Ma prima di questo, FdI dovrà stilare la “lista dei tre”, che al momento risulta ancora vuota.