Lupi sul Gran Sasso, avvistati branchi

Buone notizie dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Con il censimento effettuato nell’ambito del progetto Life M.I.R.CO-Lupo sono stati localizzati ben 20 branchi.
Progetto Life: c’è speranza per la stabilizzazione sul territorio.
Buone notizie dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Con il censimento effettuato nell’ambito del progetto Life M.I.R.CO-Lupo sono stati localizzati ben 20 branchi. Localizzazione effettuata con la tecnica del wolf howling, ovvero dell’ululato indotto, e che lascia intendere una possibile stabilizzazione della popolazione di lupo all’interno del Parco ed un probabile raggiungimento della capacità portante della specie in relazione al territorio.
Pericolosi sì, ma per i cinghiali
Con i dati raccolti grazie ai radiocollari satellitari, è stato rilevata un’intensa attività di predazioni sui cinghiali e dunque una significativa azione di contenimento nei confronti di questi ungulati che stanno dando notevoli problemi, non solo agli abitanti dei paesi e delle frazioni aquilane ai piedi del Gran Sasso, ma anche alla stessa città dell’Aquila. Questo è un dato importantissimo secondo gli studiosi, che spiegano come, anche se a livello nazionale non sia particolarmente evidente, su scala locale il lupo abbia recuperato il suo ruolo ecologico di predatore ai vertici della catena alimnetare e di elemento regolatore dell’equilibrio degli ecosistemi.
Le operazioni di censimento sono state effettuate dai tecnici del Parco e del progetto Mirco Lupo in collaborazione con i Carabinieri Forestali, partner di progetto insieme al capofila Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, all’Istituto di Ecologia Applicata (IEA) di Roma e alla Società di Comunicazione Carsa.
Parla il Parco, “Importante contrastare il randagismo”
“Gli esiti del censimento – ha dichiarato il Presidente del Parco, Tommaso Navarra – grazie alle efficaci azioni di salvaguardia attuate dall’Ente, restituiscono una condizione di buona salute della popolazione di lupo nel Parco e ribadiscono l’importanza del progetto LIFE al fine di contrastare il fenomeno dell’ibridazione, che potrebbe portare alla perdita di importanti adattamenti evolutivi occorsi alla specie nel corso di millenni. In tal senso, il ‘Piano Operativo per il controllo del vagantismo canino e della presenza di ibridi lupo cane’, di cui il Parco si è recentemente dotato, sta a dimostrare come la tutela della specie sia affrontata con il massimo impegno scientifico e strategico”.
E’ importante anche ricordare che, come suggeriscono gli studiosi, nel caso in cui si abbia a che fare con uno o più esemplari di lupo è fondamentale non cercare di antropizzare un animale così libero e selvaggio come il lupo. Si rischia di causare solo danni ad una specie che sta ridando vita e speranza al nostro ecosistema montano.