Tutti gli uomini del presidente

28 settembre 2018 | 06:57
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Tutti gli uomini del presidente

Centrosinistra al lavoro per sostenere Legnini con una proposta credibile. Dal Pd alla lista dei sindaci, tutti gli uomini del (candidato) presidente.

Acclamato a gran voce da tutto il centrosinistra e gradito anche a molti indecisi simpatizzanti del centrodestra, Giovanni Legnini ha lasciato il Consiglio Superiore della Magistratura, di cui è stato vicepresidente. David Ermini (sempre in quota Pd) è stato nominato suo successore. Da ieri, quindi, Legnini ha le “mani libere” per decidere sul suo futuro: un incarico istituzionale “al sicuro”, al Consiglio di Stato o alla Corte Costituzionale, o riassaporare l’ebrezza della competizione politica, in rappresentanza di un centrosinistra “allargato”. Inutile dire che nel centrosinistra il suo impegno per le prossime regionali viene considerato come pressoché unica àncora di salvezza per evitare il dissolvimento della coalizione, quindi le pressioni a riguardo saranno insistenti, ma un nome come quello di Legnini non si potrà spendere per finire terzi alla conta dei voti per le regionali. Al momento, la vittoria appare difficile, ma non impossibile, considerate anche le fibrillazioni che attraversano il centrodestra dal momento in cui il vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni ha assegnato a Fratelli d’Italia l’espressione del candidato presidente per tutta la coalizione. Inoltre permane il progetto di Fabrizio Di Stefano che, con Gianluca Zelli e le Civiche per l’Abruzzo, non sembra essere propriamente allineato, anzi, prosegue il suo percorso programmatico, in attesa di sviluppi. Insomma, le ultime settimane hanno mostrato un centrodestra meno “devastante” per il centrosinistra, di quanto appariva fino a poco tempo fa. Posto che non ci si candida per perdere, però anche un secondo posto sarebbe accettabile per la squadra di Legnini, che ripartirebbe dall’opposizione per ricostruire un centrosinistra forte e un Pd nuovamente credibile. Inaccettabile, invece, sarebbe un terzo posto inutile da tutti i punti di vista, una catastrofe che una personalità come Giovanni Legnini non può permettersi. Per questo il centrosinistra è al lavoro per assicurargli una “copertura” adeguata. Perché va bene l’amore per la politica e l’ebrezza per la competizione elettorale, ma tra un terzo posto certo (che non consentirebbe nemmeno l’ingresso in Consiglio regionale) e un posto onorevole al Consiglio di Stato o alla Corte Costituzionale, la scelta non sarebbe difficile.

Tutti gli uomini del presidente, il centrosinistra al lavoro per la candidatura di Giovanni Legnini.

Per strappare la candidatura a Giovanni Legnini, Pd e centrosinistra sono già al lavoro per assicurare quel sostegno necessario a garantire di evitare almeno il terzo posto. All’interno del Pd sembra che anche i più fedeli dalfonsiani abbiano digerito l’idea, probabilmente costretti dalla realpolitik dei numeri (sebbene in politica non sia mai detto: in più di un’occasione esponenti del Pd hanno dimostrato di preferire perdere le elezioni che il controllo del partito), mentre i “rottamatori dei rottamatori” naturalmente non vedono l’ora di chiudere con l’era D’Alfonso e avviare il processo di ricostruzione del partito secondo un rinnovato slancio che potrebbe arrivare proprio da Legnini. A parte il Pd, il centrosinistra avrà bisogno del massimo sostegno possibile. Non è in discussione l’alleanza con Art. 1 – Mdp, che anzi vede certamente in maniera positiva una candidatura di “rottura” con il precedente governo regionale, anche se di quel governo ha fatto parte a pieno titolo e con incarichi di rilievo. Qualche problema potrebbe sorgere con la sinistra più radicale, che probabilmente – almeno al primo turno – farà una proposta alternativa anche allo stesso centrosinistra, ma con numeri che non preoccupano più di tanto.

La lista dei sindaci.

A sostegno dei partiti tradizionali, il centrosinistra conta di riuscire a proporre anche una “lista dei sindaci”, ovvero candidati presi tra gli amministratori d’area dei Comuni della Regione, almeno quelli che – per numero di abitanti – non dovrebbero dimettersi. Tra questi potrebbero esserci il sindaco di Sante Marie, Lorenzo Berardinetti, che però potrebbe optare anche per la soluzione “civica”, il sindaco di Pacentro, Guido Angelilli, il sindaco di Carsoli, Velia Nazzaro, già candidata alle politiche per +Europa; meno probabili le candidature dei sindaci di Lucoli e Barisciano, mentre da Tornimparte il sindaco Carnicelli ha già fatto capire che non sarà della partita.

Resta l’incognita della formazione delle civiche, che probabilmente Legnini – qualora sciogliesse la riserva – potrebbe riservare per sé. Il rischio, infatti, è quello di presentare diversi uomini di partito che tentano di evitare la competizione interna e scelgono la strada considerata più semplice delle civiche, una manovra che non aggiungerebbe nulla alla forza della coalizione. Ma all’interno delle civiche troverebbero posto anche i “fuoriusciti” dal Pd che però mantengono una sensibilità di centrosinistra, come il consigliere comunale de Il Passo Possibile, Americo Di Benedetto.

Insomma, il centrosinistra sta provando a presentare una proposta credibile a Legnini per poter contare sulla sua autorevole rappresentanza e provare a giocarsi le regionali, ma è chiaro che a questo punto non può permettersi errori. L’impresa già difficile diventerebbe subito una mission impossible al primo errore. Comunque, per fortuna del centrosinistra, il centrodestra sembra impegnato a complicarsi la strada (che fino a qualche settimana fa era un’autostrada) da solo.