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Terremoto 2016, finiti i fondi

12 ottobre 2018 | 06:03
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Terremoto 2016, finiti i fondi

Finiti i fondi per i comuni colpiti dal terremoto del 2016 e 2017. La Protezione Civile ai Comuni della Regione Marche: non prendete nuovi impegni di spesa

La comunicazione arriva come una bomba nei giorni scorsi da parte del Servizio Protezione Civile della Regione Marche, che chiede ai Comuni di non autorizzare nuovi impegni di spesa legati al danno da terremoto che ha colpito duramente il centro Italia.

Moltissimi i ritardi, dalle SAE non ancora consegnate alle macerie, dalle demolizioni ancora da avviare ai fondi da destinare agli sfollati.

C’è un netto ritardo nel pagamento sia del CAS – contributo di autonoma sistemazione – sia degli alberghi sulla costa che ospitano gli sfollati, circa un migliaio: il CAS è fermo al luglio scorso per la maggior parte dei casi.

Una situazione che accomuna Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria, in un limbo silenzioso che fa gridare all’abbandono delle zone colpite dal terremoto di due anni. Si legge sul Corriere della Sera:

Lo stop ai fondi sembra dipendere dalle decisioni del Governo, che in vista della Legge di Bilancio e della programmazione dei fondi per il 2019 pare abbia chiuso il rubinetto.
Pare, perché lo stato delle comunicazioni tra il governo e le regioni è di fatto interrotto.
I quattro governatori hanno chiesto un incontro congiunto al premier sin dal momento del suo insediamento a Palazzo Chigi, hanno reiterato la richiesta pochi giorni fa, ma al momento non hanno ancora avuto nessuna risposta. Né i governatori sono riusciti a incontrare il nuovo Commissario alla Ricostruzione, Piero Farabollini, nominato dal governo circa una settimana fa.

Stante l’attuale indisponibilità di cassa” premette Davide Piccinini, direttore della Protezione Civile delle Marche nella lettera, i soggetti attuatori, cioè comuni, diocesi e ora anche le università, “avranno cura di completare i rapporti contrattuali in essere… evitando la sottoscrizione di ulteriori obbligazioni al fine di scongiurare possibili problematiche erariali“.

L’unica eccezione riguarda “edifici e beni culturali ricadenti all’interno delle zone rossa perimetrate”.

La fine dell’emergenza è fissata al 31 dicembre 2018 e ancora moltissimo c’è da fare: dopo quella data potranno essere liquidati i soli interventi il cui affidamento è avvenuto entro tale data.

Nella stessa lettera, Piccinini invita i Comuni ad «attivarsi per incentivare forme di assistenza economicamente più sostenibili» per i circa mille sfollati che sono ancora sfollati negli hotel della cosa marchigiana.