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Verdeaqua chiusa, serve un bando pubblico

19 ottobre 2018 | 17:51
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Verdeaqua chiusa, serve un bando pubblico

Verdeaqua ancora chiusa, serve un bando pubblico. Intanto la CGIL chiede che venga assicurata continuità lavorativa. Piccinini “Abbiamo proposto al gestore di restare ma la sentenza è un fatto ineluttabile”.

La Fp Cgil della provincia dell’Aquila esprime preoccupazione per la grave condizione di incertezza in cui versano i lavoratori e le lavoratrici della società cooperativa Verdeaqua Smile, che gestisce l’impianto sportivo Santa Barbara.

«Innanzitutto è necessario chiarire che la chiusura dell’impianto non è ad oggi riconducibile alla sentenza del Consiglio di Stato, la quale sentenza, tra l’altro, non indica un termine di riconsegna della struttura da parte della Cooperativa ma annulla la deliberazione per l’affidamento in assenza di una procedura ad evidenza pubblica.» dichiara Francesco Marrelli, segretario Fp Cgil provincia dell’Aquila

«L’attuale situazione è derivata bensì da uno sversamento di cloro, utilizzato per sanificare l’acqua, che ha comportato l’intervento dei vigili del fuoco consentendo il ripristino dei valori normali nell’impianto natatorio.»

«Tale incidente ha provocato la chiusura temporanea della piscina. Successivamente e in tempi rapidi si è provveduto a ripristinare la funzionalità della piscina con relativa bonifica. Tale condizione consentirebbe, fatte tutte le verifiche di sicurezza ed eseguiti i necessari accertamenti da parte degli organi preposti, la riapertura immediata della struttura, riconsegnando l’impianto sportivo alla città.»

Serve continuità lavorativa e salariale


«Non risulta ad oggi alcun atto da parte dell’Amministrazione comunale di riconsegna immediata del complesso sportivo, anzi apprendiamo dalle cronache di questi giorni di una richiesta da parte dello stesso assessore comunale allo Sport, indirizzata all’attuale gestore, di provvedere alla continuità dell’attività almeno fino alla riconsegna della struttura da concertarsi tra le parti. I lavoratori, tra l’altro, devono ancora percepire la retribuzione del mese di agosto e settembre 2018.» incalza Marrelli.

«Torniamo a ribadire la necessità di riaprire immediatamente il complesso sportivo, dando continuità lavorativa e salariale ai dipendenti. Continuità lavorativa utile a tutelare i livelli occupazionali e finalizzata alla corretta applicazione, nel prossimo bando di gara, della clausola sociale per salvaguardare il lavoro e il salario del personale in forza. Chiediamo un atto di responsabilità affinché sia interesse di tutti tutelare i 18 lavoratori a tempo indeterminato, tra cui 6 lavoratori
diversamente abili e i 14 lavoratori con contratto di collaborazione sportiva, che da anni prestano la loro attività lavorativa a servizio della collettività, in un territorio martoriato dalla crisi.»

«Contestualmente chiediamo di salvaguardare, tramite la riapertura dell’impianto, la continuità dell’erogazione dei servizi sportivi che rivestono un valore per questo territorio ed un interesse pubblico per centinaia di cittadini e cittadine.»

Piccinini “Abbiamo proposto al gestore di restare”


«Volevamo che ci fosse garantito un minimo di continuità – dichiara al Capoluogo l’Assessore allo Sport Alessandro Piccinini -; abbiamo dunque proposto al gestore di restare per garantire l’apertura della piscina e i livelli occupazionali per poter anche dare avvio contestualmente a tutte le procedure necessarie per il rilascio dell’immobile.»

«Bisognerà fare in contraddittorio una riconsegna dei locali, lo stato di consistenza degli stessi e verificare se c’è da parte del gestore lasciare l’attrezzatura a fronte di una compensazione delle somme ancora dovute.»

Tutto ciò è finalizzato, secondo Piccinini, a scongiurare innanzitutto il distacco delle utenze e a garantire la riapertura dell’impianto che, ricordiamo, è stato chiuso per lo sversamento del cloro e non per altre motivazioni.

Gli atti formali del Comune


«La decisione del Consiglio di Stato è un fatto ineluttabile» prosegue Piccinini.

«Anche per un’eventuale gestione transitoria ora ci vorrebbe una procedura a evidenza pubblica. Noi abbiamo formalizzato la nostra proposta con una pec, vi è stato quindi un incontro tra il dirigente e il funzionario al quale è stato riposto che la parte politica doveva dare delle risposte.»

Il Comune ha dunque ribadito per iscritto la sua posizione.

«Da parte nostra vi è un continuo tentativo di dialogo con il gestore. Già all’epoca della mia consiliatura all’opposizione io espressi la mia opinione dicendo che era una scelta sciagurata quella di evitare l’evidenza pubblica, poiché gli atti erano viziati in maniera manifesta. La situazione si è poi trascinata fino alle estreme conseguenze. I nostri contatti sono ora rivolti ad un rilascio dell’immobile nel clima più sereno possibile.»

Il Comune può solo prendere atto della sentenza


In conclusione, il Comune deve semplicemente prendere atto della situazione e della sentenza definitiva; l’associazione che aveva presentato il ricorso(A.S.D. 99 Sport L’Aquila e A.S.D. Junior Tennis) potrebbe anche proporre un giudizio di ottemperanza del Consiglio di Stato e fare direttamente il rilascio.

«Non si tratta dunque di volontà del Comune – conclude Piccinini -. La Pubblica Amministrazione deve agire per interessi prioritari, prevalenti. Il mio interesse prioritario al momento è tenere aperta la piscina, poi dare esecuzione alla sentenza. Tutto il resto è speculazione.»