
Pausa caffè nella redazione del Capoluogo con il Senatore Gaetano Quagliariello.
Approfondimenti sul centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e un’Europa che ha fallito.
Appuntamento giovedì 25 con la lectio magistralis di Guido Bertolaso per Magna Charta.
Dopo aver commentato la rosa di Fratelli d’Italia che sarà sottoposta agli alleati per scegliere il candidato presidente, il senatore ha fornito ai microfoni del Capoluogo un approfondimento degli argomenti di respiro nazionale.
Una Lega pigliatutto
«Il risultato clamoroso a Trento è indice della situazione attuale: la Lega è al 27% mentre i M5S sono al 7,24% e Forza Italia al 2,8% e Fratelli d’Italia si attesta all’incirca sull’1.» con queste parole Quagliariello commenta il voto delle elezioni di Trento.
«Sui territori il centrodestra non ha avversari; dentro il centrodestra c’è una Lega “pigliatutto”. C’è la necessità di rifondare un’area liberalconservatrice che abbia una sua autonomia che eventualmente poi decida di allearsi con la Lega.»
Il progetto irrealizzato del grande centro
Del resto il grande progetto di un grande centro stretto tra Renzi e Berlusconi ha fallito.
«Il vero inciampo al progetto del Nazareno è stato indubbiamente Renzi stesso – prosegue Quagliariello -. Il patto del Nazareno era nato come un accordo per scrivere insieme la riforma costituzionale e si è rotto quando si è trattato di eleggere il presidente della Repubblica, il garante di quel patto, e in quel frangente Renzi ha fatto a meno di Forza Italia.Il garante non poteva essere scelto da una sola delle parti. »
«Il Centrodestra dovrebbe trovare una propria identità, non delle alleanze. Le alleanze si trovano dopo, l’importante è sapere chi sei.»
Nessuno spazio per il patto del Nazareno
A proposito di alleanze, non è sfuggita l’assenza di Antonio Martino alla Nona Leopolda. Martino, eletto tra le fila di Forza Italia e vicino a Renzi, quindi il testimone abruzzese del patto del Nazareno.
«Credo che non ci sia nessuno spazio per il patto del Nazareno, nemmeno in salsa locale. Se si facesse un accordo di questo tipo sia Forza Italia sia il PD perderebbero circa la metà del loro elettorato di riferimento.»
«A livello nazionale bisognerebbe rappresentare l’alternativa al governo gialloverde perché se questo governo entrasse in crisi, qualcuno dovrebbe governare. In Abruzzo bisogna essere alternativi allo “sfascio D’Alfonso”.»
Quest’Europa ha fallito
«Quest’Europa ha fondamentalmente fallito.» prosegue Quagliariello.
Dopo la prima repubblica ora l’Italia vive una nuova stagione: con il passaggio alla moneta unica, il nostro paese ha perso parte della sua sovranità.
«All’interno di questa stagione l’Europa ha un grande problema: si è presa una parte della sovranità degli stati nazionali ma non l’ha trasferita ad un altro soggetto. La sovranità è uscita dagli stati nazionali si è evaporata e al suo posto si sono insinuati poteri altri, i cosiddetti poteri forti. Renzi ha sprecato un pieno di consensi e di fiducia al 41% nelle elezioni europee. Da quel fallimento è nata l’era di Salvini e di Di Maio.»
«Gli italiani però rischiano di svegliarsi da un brutto sogno.»
Bisogna fare un distinguo però tra i due alleati
«Il M5S è un movimento variegato, privo di una vera classe sociale di riferimento e di una classe dirigente. Ha rappresentato la voglia di cambiamento che si trasferisce soprattutto nella rete. Nelle sue espressioni più codificate non è un movimento liberale, il riferimento è a Rousseau, da molti indicato come la figura di riferimento di tutti i totalitarismi.»
«Anche Salvini non è liberale ma potenzialmente per me è un alleato, avendo dei valori di fondo di una visione cristiana dell’uomo e basilari della storia europea.»
Europeisti critici e sovranisti scettici
«Se si facesse per le prossime elezioni europee un’alleanza tra europeisti critici e sovranisti scettici, forse si potrebbe sperare in un’altra Europa. Abbiamo bisogno di forze sovranazionali che riescano a difendere i confini di tutti sia a livello di economia sia di sicurezza sociale.»
Guido Bertolaso, lectio magistralis a L’Aquila
Guido Bertolaso sarà a L’Aquila per l’inaugurazione dell’anno accademico 2018-2019 della scuola di alta formazione politica della fondazione Magna Carta. Quest’anno la fondazione si occuperà soprattutto di un tema: la crisi delle aree interne.
L’appuntamento è per giovedì 25 ottobre alle 17,45 presso l’hotel La dimora del baco la cerimonia di inaugurazione. Dopo l’introduzione del senatore Quagliariello, Guido Bertolaso – già capo dipartimento di Protezione civile nazionale e commissario straordinario per il terremoto dell’Aquila – terrà infatti una lectio magistralis sul “Rispetto e la Memoria”.