Rigopiano, quel verbale stilato in un magazzino

Rigopiano, nuove ombre sulla macchina dell’emergenza. Una riunione lontana da occhi indiscreti, in un magazzino per le bibite. L’inchiesta del TG3
È andato in onda ieri – e oggi proseguirà con un nuovo servizio – il reportage che Ezio Cerasi ha fatto ieri per il Tg3 Abruzzo su Rigopiano: una nuova inchiesta che mette in luce ritardi e intoppi burocratici che mostrano un servizio di soccorso pieno di lacune.
A partire dalla riunione tecnica di coordinamento convocata dal prefetto di Pescara Francesco Provolo: una riunione anomala, non convocata nella centrale operativa dei soccorsi ospitata nel Palazzetto dello Sport di Penne, bensì in un deposito di acqua minerale, piccolo e scomodo, ma lontano da orecchie indiscrete.
Presenti diverse persone e una segretaria, che verbalizzava: il tutto alle 13 del 24 gennaio 2017, a pochi minuti dai funerali delle prime vittime della tragedia di Rigopiano e quando si sta ancora scavando alla disperata ricerca di due dispersi.
È il contenuto del verbale, però, ad allarmare.
Non si parla di coordinamento dei soccorsi per Rigopiano ma della ricostruzione – quasi a trovare un alibi – di quanto avvenuto, tra telefonate, scosse e richieste di invio di mezzi di soccorso il 18 gennaio.
Una riunione nella quale i partecipanti si mostrano nervosi e preoccupati: uno di essi alla fine, intervistato da Cerasi ma che ha chiesto al giornalista di restare anonima, si rifiuta di sottoscrivere una “versione falsa” nella ricostruzione della girandola di telefonate arrivate ai vari enti nel giorno della tragedia.
Ad intervenire ai microfoni di Cerasi e commentare le prime risultanze dell’inchiesta targata Rai3, Piero Moscardini, braccio destro di Zamberletti.
Oggi nuova puntata sul mancato intervento degli elicotteri.