Bus via da Tiburtina, è allarme

La stazione dei bus interregionali nazionali ed internazionali verrà spostata da Tiburtina ad Anagnina. Querelle economica tra Comune e Tibus: persi in questi anni 4 milioni di euro.
Allarme fra i pendolari abruzzesi che ogni giorno si recano a Roma per lavoro o studio e giungono a Tiburtina.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella giornata di ieri, rilanciata da RomaToday. La giunta Raggi da deciso di delocalizzare l’autostazione – attualmente a largo Guido Mazzoni – su una porzione di area sita all’interno del nodo Anagnina.
Anagnina diventerà dunque – nei progetti del Campidoglio – il nuovo snodo del trasporto su gomma, con buona pace dei pendolari abruzzesi che in Tiburtina trovavano la comodità di avere Termini e il centro città a due passi dalla discesa dal bus e un traffico relativamente più snello.
Sono gli stessi pendolari che, dopo il tam tam sui social network, si mostrano abbastanza preoccupati: Anagnina è dall’altra parte della città, può contare solo sulla metro A – che è decisamente sovraccarica – al contrario di Tiburtina, snodo della metro B e B1, dell’Alta Velocità e a pochi passi da Termini.
Ad oggi nella stazione transitano oltre 8 milioni di viaggiatori ogni anno, 103 operatori del trasporto, circa 900 autobus giornalieri tra arrivi e partenze.
Alla base della decisione della giunta Raggi di spostare da Tiburtina a Anagnina l’hub dei bus, una querelle economica che dura da anni.
Un anno fa, l’assessora alla Mobilità Linda Meleo aveva spiegato: “Abbiamo intimato a Tibus il rilascio dell’area”. Poi la denuncia: “Il consorzio Tibus occupa questi spazi abusivamente da marzo 2016 e noi lo sappiamo bene dato che ci siamo rifiutati di prorogare questa concessione, del tutto surreale, sottoscritta nel 1999”.
Spiega RomaToday
“Il mancato aggiornamento del canone per la concessione della gestione dell’autostazione Tibus a Tiburtina avrebbe causato alle casse del Campidoglio perdite per 4 milioni di euro. Ad accertarlo il Nucleo anticorruzione della Guardia di Finanza al termine di un indagine coordinata dalla Corte dei Conti di Roma. Il danno erariale, secondo i magistrati contabili, è ascrivibile a sei dirigenti comunali che nel 2008, scaduta la concessione risalente al 1999, hanno prorogato l’affidamento fino al 31 marzo del 2016 alle stesse condizioni economiche (circa 90 milioni di euro all’anno pari 47 mila euro).
Spiega a Romatoday uno dei membri del consiglio di amministrazione di Tibus, Tullio Tulli, “lavoriamo nella situazione paradossale per cui il Comune non ha ancora individuato le alternative ma noi non possiamo sospendere le attività perché sarebbe un’interruzione di servizio”.
Levata di scudi anche da parte dei cittadini di Tiburtina, riuniti nel locale comitato:
“La Tibus da anni sollecita il rinnovo di una gara per l’assegnazione del servizio di autostazione, nessuno ha mai risposto dal Comune e anzi negli anni nonostante fosse proprio la Tibus a chiedere una gara si è continuato a prorogare la vecchia assegnazione ricevendo come nelle scorse settimane accertamenti dalla Corte dei Conti per danno erariale”.
Biondi scrive lettera al sindaco di Roma
Anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha inviato una nota al sindaco di Roma, Virginia Raggi, per chiedere chiarimenti e delucidazioni rispetto all’ipotesi di delocalizzazione del terminal bus, attualmente situato in zona Tiburtina, all’interno del nodo Anagnina.
Bignotti, Rocci e Santangelo: “una scelta che penalizza”
“Inadeguato e di scarsa conoscenza della logistica abruzzese, in particolare dei collegamenti tra la città dell’Aquila e Roma”. Così l’assessore alle Politiche sociali, Francesco Cristiano Bignotti, e i consiglieri comunali Roberto Santangelo e Luca Rocci (gruppo “L’Aquila Futura”) hanno giudicato il paventato spostamento.
“Si tratta di una scelta che penalizza fortemente il capoluogo d’Abruzzo dal quale partono quotidianamente, per motivi lavorativi e di studio, migliaia di pendolari nonché un alto quantitativo di utenza che da Roma poi prosegue verso altre destinazioni nazionali ed internazionali – hanno aggiunto i tre amministratori del Comune dell’Aquila – Dagli organi di stampa apprendiamo che la giunta pentastellata ha già approvato una delibera in tal senso e ci chiediamo come questa scelta possa essere stata fatta con tanta approssimazione e senza pensare alle ricadute negative che questo possa avere sui cittadini e su un territorio già gravemente colpito dagli eventi sismici. Non solo, con molta probabilità ci saranno anche ulteriori sovraccarichi di utenza nelle linee della metro, quotidianamente affollate da migliaia di persone. Ci saremo aspettati invece un intervento a sostegno della mobilità delle zone terremotate verso la capitale e magari un intervento a difesa dei cittadini nell’annoso problema della sicurezza autostradale che collega la capitale con il capoluogo d’Abruzzo”.
“Anche l’assordante silenzio della giunta della regione Abruzzo – hanno proseguito Bignotti, Santangelo e Rocci – non può che essere accolto con perplessità; analogo comportamento sta avendo la Regione Lazio. Monitoreremo la situazione e di certo nelle prossime settimane torneremo a difendere i diritti dei pendolari e di tutti i cittadini Aquilani che saranno penalizzati da questo provvedimento.”