Esercito a L’Aquila, lontano da qualche parte

E’ andato in scena davanti a studenti e aquilani lo spettacolo teatrale di Carla Arduini “Lontano da qualche parte”, un omaggio ai soldati dell’Esercito Italiano e alle loro sofferenze durante la Grande Guerra
In occasione del Centenario della Grande Guerra, nella giornata di lunedì all’Auditorium del Parco, si è svolto lo spettacolo “Lontano da qualche parte” di Carla Arduini, alle ore 11 hanno assistito numerosi alunni mentre alle ore 18 la cittadinanza. Lo spettacolo, è stato ideato e realizzato da Faedum, associazione teatrale nata solo da qualche mese come start up dall’incontro di professionisti del settore. “Lontano da qualche parte” mette in scena la parabola esistenziale di un giovanissimo soldato che, sperimentando l’orrore inimmaginabile della violenza e della morte, prende consapevolezza di quanto insensato sia il massacro cui sta partecipando.

La storia di un soldato come tanti
Una vicenda, la sua, che è una sorta di exemplum, di sintesi delle innumerevoli storie, diverse eppure simili, degli uomini che vissero la Grande Guerra nell’Esercito Italiano. Nel suo quieto riparo, dopo una lunga notte di studio, un ragazzo dorme e ha ancora il libro in mano. Una donna, impetuosa e affascinante, gli fa all’improvviso visita, seducendolo all’istante. Irrimediabilmente rapito, lui la segue, senza esitazione, così irretito da non porre attenzione a queste nuove parole che si fanno man mano strada dalla bocca di lei: Patria, dovere, onore, sacrificio! Ancora illuso ed ammaliato, egli è disposto a tuffarsi in questo ignoto, mentre intorno a sè la realtà assume sempre nuove e diverse fattezze e nefandezze. Il nostro soldato si ritroverà alla fine ad andare nel fango della trincea, scoprendone l’orrore nascosto dietro promesse di gloria, trasformate di colpo nella fredda e grigia realtà della guerra. Si rivelerà solo pedina di un gioco spietato e più grande di lui.
Grazie ad Alpini ed Accademia
Un ringraziamento va al 9° Reggimento Alpini dell’Aquila comandato dal Colonnello Marco Iovinelli, alla Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e in particolare a Antonio Centofanti e Antonella Martellacci.
