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Campotosto e i suoi Mazzapuregli

5 novembre 2018 | 07:19
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Campotosto e i suoi Mazzapuregli

A Campotosto il 5′ festival dei Mazzapuregli, gnometti dispettosi dal cappuccio rosso: una occasione festosa per far rivivere le tradizioni del paese anche nel post sisma

Siamo a Campotosto, dove il 4 novembre si sono celebrati – in tutta la loro originalità – i Mazzapuregli: tra macerie e transenne, rivivono le tradizioni.

Quinta edizione del festival dedicata a queste creature bizzarre e divertenti, protagoniste di un concorso di creatività ideato dalla instancabile tessitrice Assunta Perilli: ogni partecipante doveva creare un Mazzapuregliu – con la tecnica preferita, alto non meno di 15 centimetri – che poi è rimasto in esposizione per tutta la giornata di ieri.

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Al più votato, in premio una sciarpa fatta dalle sapienti mani di Assunta, che con la sua Fonte della Tessitura mantiene viva la tradizione della tessitura del lino, della canapa e della lana, utilizzando un telaio antico e la sapienza ereditata dalle anziane del paese.

Ma chi è stato il Mazzapuregliu più votato? Con lo scrutinio arrivato naturalmente all’alba del giorno successivo al voto –  e in esclusiva su Il Capoluogo – il vincitore è il Mazzapuregliu Ercole, opera di Giuseppina e Maria.

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Una giornata di allegria e spensieratezza vissuta in piazza, tra macerie ancora presenti e transenne a far da sfondo a quello che è rimasto in piedi di Campotosto, che a quasi due anni dal terremoto resiste e prova ad andare avanti.

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fotografie di Jacopo Manganaro

Nell’organizzazione del festival, infatti, sono state coinvolte tutte le attività commerciali che hanno riaperto in paese e si è mangiato in piazza, grazie alla collaborazione della Pro Loco e Nonna ‘Ina.

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Un festival nato nel 2012 per rispolverare le antiche tradizioni con un concorso allegro e colorato, apparentemente frivolo:  un modo per far conoscere la realtà di Campotosto ora, le difficoltà che si affrontano ogni giorno e, al tempo stesso, la forza e la resilienza sviluppata dai suoi cittadini che sono incredibilmente legati a questa magnifica terra.

Un po’ come i Mazzapuregli, che sono

“tipo gli gnometti/che quanno vie’ la notte, a li “munegli”/je vanno a fa’ paura e li dispetti”.

La definizione, azzeccatissima, è di Marazico, poeta romano con il cuore a Campotosto, che ha dedicato ai Mazzapuregli queste strofe molto divertenti

Quann’era piccoletta la mia nonna
la notte mica c’era la corente.
Avoja a prega’ Cristo e la Madonna!
Dentro a quer buio ‘n se vedeva niente,
e se quarcuno tretticava er letto
subito lei pensava allo gnometto!
E nelle notti che tirava er vento
ogni rumore era ‘no spavento.
Ogni bambino rimaneva svejo
pensanno dentro: “È ju Mazzapuregliu!”

A Campotosto, ch’è il mio bel paesello,
‘sto quattro de novembre c’è ‘na festa
e chi fa er pupazzetto che è più bello,
de stoffa, lana, legno o cartapesta,
riceverà un tessuto che con cura
Assunta col telaio avrà creato.

L’antica arte della tessitura
con grinta e con amore ha preservato,
salvando dall’oblìo e dall’estinzione
questa preziosa e bella tradizione.

Se non partecipate a ‘sto concorso
ce sta un Mazzapuregliu che stanotte
viene da piedi a letto e ve dà un morso
oppure ve dà un carico de botte!