Rigopiano, verso la chiusura delle indagini

L’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano sta per concludersi: entro il 18 novembre la chiusura indagini
Entro il prossimo 18 novembre i magistrati tireranno le fila dell’indagine: la data è trapelata al termine dell’incontro di oggi pomeriggio tra il procuratore capo Massimiliano Serpi, il sostituto Andrea Papalia e 23 familiari delle vittime.
“E’ stato un incontro sereno, è la terza volta che veniamo qui e questa volta usciamo ancora più fiduciosi delle altre volte. Siamo ormai in dirittura d’arrivo” ha commentato all’uscita Gianluca Tanda, del Comitato Vittime di Rigopiano.
Tanda ha detto che ai pm sono state chieste “delucidazioni sulle ultime inchieste giornalistiche e i magistrati ci hanno assicurato che quanto emerso era già stato preso in considerazione da tempo”.
Il riferimento –come aveva anticipato il Capoluogo – è all’inchiesta del Tg3 sulla riunione svoltasi qualche giorno dopo la tragedia di Rigopiano, con il verbale stilato in un magazzino di bevande e con toni che – assicura un presente – si sono alzati parecchio.
“D’altronde – ha aggiunto Tanda – recentemente abbiamo appreso che c’erano degli elicotteri che potevano alzarsi in volo sia dopo che prima, che ci sono delle novita’ sui telefonini e sui messaggi, e che si sono tenute delle riunioni segrete. Sembra inoltre che qualcuno dall’interno abbia chiesto aiuto non solo alle istituzioni locali, ma anche alla protezione civile e soprattutto al Coc di Penne. Noi vogliamo sapere se tutto questo e’ vero ed essere certi che sia stato preso in considerazione”.”
“Abbiamo detto ai magistrati che la prescrizione e’ il nostro piu’ grande incubo e che non puo’ mandarci a casa dopo tanti anni di battaglie”.
I familiari delle vittime di Rigopiano hanno esposto alcune immagini dei propri cari e uno striscione con le foto di tutte le vittime e la scritta “Mai piu’”.
“Abbiamo incontrato piu’ volte il ministro della Giustizia Bonafede che – ha aggiunto Tanda- sta lavorando molto su questa tema e, insieme al Comitato nazionale vittime, gli abbiamo consegnato anche un documento. Quel che e’ certo e’ che non possiamo sentirci dire ‘mi dispiace, il reato e’ prescritto e quindi non ci sono colpevoli”.
e.f.