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Cotugno a Collemaggio, Legambiente si oppone

7 novembre 2018 | 16:14
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Cotugno a Collemaggio, Legambiente si oppone

Il liceo Cotugno a Collemaggio, Legambiente si oppone. Enrico Stagnini risponde all’ipotesi di costruire una nuova struttura a ridosso della Basilica di Collemaggio, sull’area che attualmente è adibita ad orto botanico.

Il Circolo Legambiente dell’Aquila apprende con sgomento ed incredulità la notizia, apparsa su alcune testate di giornale, secondo cui, per la nuova sede del Liceo Cotugno, una delle possibilità sia quella di costruire una nuova struttura a ridosso della Basilica di Collemaggio, sull’area che attualmente è adibita ad orto botanico.

«Ci chiediamo se siamo di fronte ad una fake news o se veramente, nella testa di chi ci amministra, possa essere presa in considerazione una tale ipotesi, che invece pare sia la più convincente – dichiara il presidente di Legambiente Abruzzo Beni Culturali Enrico Stagnini -. Una scelta del genere comprometterebbe irrimediabilmente il paesaggio e la visuale della Basilica, su cui di certo gravano già vincoli paesaggistici ed artistici, aumenterebbe ancora di più l’impermeabilizzazione ed il consumo del suolo, in un’area già soggetta a forti criticità; basta infatti una leggera pioggia per trasformare via della Crocetta e via Girolamo da Vicenza, in un vero e proprio torrente.»

«Con la prospettiva poi della tropicalizzazione del clima lo scenario previsto sarà di eventi estremi. Cosa facciamo noi invece di adottare strategie che mitighino gli effetti dei cambiamenti climatici? Cementifichiamo?! Cioè facciamo il contrario di ciò che andrebbe fatto? Secondo la Legambiente e secondo quanti hanno a cuore l’ambiente e quindi le generazioni future, la scelta più sensata sarebbe quella di abbattere e ricostruire, sarebbe quella di convertire strutture già esistenti. Sicuramente agli studenti del Cotugno va garantita una scuola degna di tale nome, un ambiente di studio ed incontro salubre e sicuro, ma la prima cosa che uno studente chiede e si aspetta da una comunità è il buon esempio!» prosegue Stagnini il quale conclude:

«Ebbene una scelta del genere sarebbe il peggiore esempio in assoluto, magari per fare il favore a qualche costruttore o “imprenditore del cemento”. Questa scelta non può essere avallata e come tutti abbiamo avuto modo di apprendere dalle notizie degli ultimi giorni, la natura non chiede permesso e non contratta, non prevede la salvaguardia della vita, quando deve riprendersi ciò che gli viene tolto.»