
557 anni fa un terremoto di magnitudo 6.4 della scala Richter si abbattè su L’Aquila e su tutto il territorio circostante. Furono rasi al suolo i vicini centri di Onna, Poggio Picenze, San Pio delle Camere e Sant’Eusanio Forconese. Si contarono 150 vittime.
Nella notte tra il 26 e il 27 novembre del 1461 due violente scosse a due ore di distanza luna dall’altra distrussero completamente alcuni villaggi nella zona sud-est della conca aquilana.
Furono rasi al suolo i vicini centri di Onna, Poggio Picenze, San Pio delle Camere e Sant’Eusanio Forconese.
Distrutte quasi tutte le torri e i campanili, un quarto della città andò distrutto, il resto rimase gravemente danneggiato.
Dieci giorni prima c’era stata una scossa che non causò danni ma che che costituiva una prima avvisaglia.
Si contarono in totale 150 vittime e la frazione più martoriata in proporzione fu Sant’Eusanio Forconese con più di 30 morti.
Ebbe inizio uno sciame sismico che sarebbe durato cinque mesi.
Il sisma del 1461 e lo sciame che lo accompagnò vantano molte similitudini con quello del 2009, patrimonio vivo nella recente memoria collettiva per la sua drammaticità.
I due eventi presentano analogie soprattutto per le frazioni colpite e la mappatura delle scosse ma anche per la magnitudo e la peculiarità di aver colpito la città nottetempo.