Marsilio appeso alla data delle elezioni

Candidato centrodestra, effettuato il sondaggio chiesto da Berlusconi, ora si attende la data ufficiale delle elezioni per confermare (o meno) Marsilio.
Sembrava questione di pochi giorni, ma dopo l’annuncio di Ignazio La Russa che aveva designato Marco Marsilio come candidato “ufficioso” alla presidenza della Regione Abruzzo alle prossime elezioni, la conferma non è ancora arrivata. Berlusconi voleva “sondare” il gradimento del candidato in pectore e in effetti il sondaggio è stato effettuato. Sull’esito del sondaggio, bocche cucite, non è chiaro se per consegne ricevute o semplicemente perché i risultati li conosce solo Berlusconi e probabilmente saranno svelati solo in fase di comunicazione della decisione finale. Al momento si sa solo che come domande e struttura, il sondaggio effettuato per via telefonica somiglia molto a quello già effettuato dall’istituto di ricerca Quorum, da cui il senatore Marsilio non esce proprio come candidato ideale.
Anche se potrebbe non essere importante. Nel centrodestra, infatti, la sensazione di poter vincere con qualunque candidato è sempre presente e le tensioni aquilane tra FI e FdI non sembrano insuperabili, quindi il nome di Marsilio potrebbe essere confermato, al di là dell’esito del sondaggio, qualora fosse considerato “inevitabile”. E inevitabile la conferma sarà al momento che verrà ufficializzata la data del 10 febbraio per le elezioni regionali. Il sondaggio, in sostanza, servirebbe a prendere tempo in attesa della conferma sulla data, come se gli alleati del centrodestra avessero detto a FdI: per ora va bene Marsilio, ma se non si vota subito ne riparliamo. D’altra parte anche Legnini ha dato la sua disponibilità a candidarsi “se si vota il 10 febbraio”. Da qui la necessità di attendere la decisione definitiva del Ministero dell’Interno, che ha l’ultima parola, nonostante la Regione Abruzzo abbia già inviato la documentazione relativa alle indicazioni “operative” per la data del 10 febbraio. Nel frattempo, Marsilio continua a muoversi già come candidato ufficiale, infatti da diverse settimane ha intensificato la sua presenza sul territorio abruzzese.
Ma forse nemmeno la decisione del Ministero basterà: da Sinistra Italiana, infatti, Bracco e Licheri fanno sapere che se Salvini non accorperà le regionali con le europee ricorreranno al Quirinale: «Votare il 10 febbraio 2019 implica una gravissima violazione normativa. L’Italia è uno Stato di diritto e dunque a comandare sono le leggi e non i desiderata dei partiti. Il D.L. 98/2011 convertito in Legge 111/2011 non lascia spazio a interpretazioni: per eleggere il Consiglio regionale dell’Abruzzo dell’undicesima legislatura si deve votare il 26 maggio, data nella quale i poco meno di 51 milioni di nostri connazionali aventi diritto si recheranno alle urne per rinnovare i membri italiani del Parlamento europeo. Se entro pochissimi giorni il titolare del Viminale Matteo Salvini non dovesse decidere per l’accorpamento delle Regionali abruzzesi con le Europee, io e il mio partito nel nome del Segretario regionale Daniele Licheri abbiamo già pronto un ricorso straordinario da presentare, come la legge consente, al Quirinale. E’ giunto il momento di dire basta alle continue violazioni di norme in vigore».