Regionali, pronto l’emendamento per il voto a maggio

Probabile il voto a maggio per le regionali: il M5S presenta emendamento alla legge di stabilità per l’accorpamento alle europee.
«A sorpresa il governo si toglie d’impaccio dalle possibili ripercussioni di un voto negativo alle Regionali, e le accorpa de iure alle elezioni europee del prossimo maggio. Con evidente vantaggio del traino nazionale che un voto sentito come quello del 2019 porterà in cassa. E se la Basilicata aveva già optato per la medesima data del rinnovo dell’europarlamento, Sardegna, Piemonte e Abruzzo si dovranno accodare giocoforza». Lo rivela l’Huffingtonpost, che riporta anche le “fibrillazioni” in Abruzzo, «avendo già convocato le urne per il prossimo 10 febbraio, e potendo essere costretta a farle slittare di oltre tre mesi. “Ma la norma sicuramente impatta”, allarga le braccia Luciano D’Alfonso, senatore del Partito Democratico e già presidente della Regione».
«È un emendamento nel fascicolo di quelli cosiddetti “segnalati” (ovvero destinati a passare) a dare il colpo di spugna su rischiose prove elettorali intermedie per i gialloverdi. “Al fine di garantire la più elevata partecipazione dei cittadini alla vita politica […] nonché il contenimento dei costi a carico della finanza pubblica, […] gli organi che scadono nel primo semestre dell’anno sono rinnovati nel turno primaverile, che si tiene in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno”. Poi il passaggio chiave: “Qualora in un turno elettorale si debbano svolgere le elezioni europee, la data del turno è stabilita nella stessa data“. Ragioni di bilancio, ufficialmente. Ma la ratio politica è palese. Tra gli otto firmatari dell’emendamento spiccano Daniele Pesco e Stefano Patuanelli, presidente della commissione Bilancio, il primo, capogruppo al Senato, il secondo. Entrambi dei 5 stelle. Il partito storicamente più in affanno nelle tornate amministrative. Grazie alla manovra del cambiamento, dall’anno prossimo ci sarà un po’ di ossigeno in più».