Solstizio d’inverno, il giorno più breve che ci sia

21 dicembre 2018 | 07:50
Share0
Solstizio d’inverno, il giorno più breve che ci sia
Solstizio d’inverno, il giorno più breve che ci sia
Solstizio d’inverno, il giorno più breve che ci sia
Solstizio d’inverno, il giorno più breve che ci sia

Il solstizio d’inverno è la giornata più corta che ci sia: alba tarda e tramonto precoce anche sulle splendide montagne che circondano e proteggono L’Aquila

Il solstizio d’inverno è la giornata più corta che ci sia: alba tarda e tramonto precoce anche sulle splendide montagne che circondano e proteggono la nostra città

alba rifugio duca degli abruzzi

La fotografia è colta dalla webcam del Rifugio Duca degli Abruzzi, alle 4:18 di questa mattina.

La tradizione aquilana ricorda che il 21 gennaio a Sant’Agnese la giornata si sia già allungata di un’ora, da qui il detto aquilano “Sant’Agnesetta un’oretta’.

A L’Aquila oggi il sole è sorto alle 07:27 e tramonta alle 16:42.

Il solstizio significa una cosa sola: l’inverno astronomico si adegua a quello meteorologico, già annunciato dalle prime nevicate.

inverno

Oggi il Sole si trova direttamente sopra al Tropico del Capricorno a una latitudine di 23,5 gradi sud, ovvero alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste: l’arco descritto dal Sole nel suo percorso apparente da sud-est a sud-ovest è minimo ed ecco perché sperimentiamo il dì più breve dell’anno. Il Sole sorge nel punto più meridionale dell’orizzonte est e culmina a mezzogiorno alla minima altezza: nel nostro emisfero, questo giorno corrisponde al minimo dell’irradiamento solare.

In Italia ci saranno circa 8 ore e 42 minuti di luce (a Milano, perché il minutaggio esatto varia a seconda della latitudine). Alle latitudini più settentrionali, come a Fairbanks (in Alaska), un paio di gradi sotto il Circolo Polare Artico, il Sole non fa quasi in tempo a sorgere che è già avviato al tramonto. Tutto questo si deve all’inclinazione dell’asse terrestre di 23 gradi e 27 primi sul piano dell’eclittica, cioè rispetto al piano sul quale orbita il pianeta. Per metà dell’anno è il Polo Nord a essere orientato in direzione del Sole, per l’altra metà il Polo Sud, e questo è il motivo per cui abbiamo le stagioni.

Nall’antichità, questa celebrazione segnava la fine del buio e un graduale ritorno alla luce.

Nella tradizione germanica e celtica, il solstizio d’inverno coincideva con la festa di Yule: si accendeva il fuoco, si macellavano gli animali e si banchettava sulle ultime riserve di carne disponibili (evitando così, con la stessa mossa, di dover sfamare gli animali nei duri mesi successivi). L’albero sempreverde che a Natale adorna le nostre case affonderebbe le sue radici proprio in queste tradizioni: è simbolo di rinascita, di rinnovamento della vita.