Solstizio d’inverno, il giorno più breve che ci sia




Il solstizio d’inverno è la giornata più corta che ci sia: alba tarda e tramonto precoce anche sulle splendide montagne che circondano e proteggono L’Aquila
Il solstizio d’inverno è la giornata più corta che ci sia: alba tarda e tramonto precoce anche sulle splendide montagne che circondano e proteggono la nostra città

La fotografia è colta dalla webcam del Rifugio Duca degli Abruzzi, alle 4:18 di questa mattina.
La tradizione aquilana ricorda che il 21 gennaio a Sant’Agnese la giornata si sia già allungata di un’ora, da qui il detto aquilano “Sant’Agnesetta un’oretta’.
A L’Aquila oggi il sole è sorto alle 07:27 e tramonta alle 16:42.
Il solstizio significa una cosa sola: l’inverno astronomico si adegua a quello meteorologico, già annunciato dalle prime nevicate.

Oggi il Sole si trova direttamente sopra al Tropico del Capricorno a una latitudine di 23,5 gradi sud, ovvero alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste: l’arco descritto dal Sole nel suo percorso apparente da sud-est a sud-ovest è minimo ed ecco perché sperimentiamo il dì più breve dell’anno. Il Sole sorge nel punto più meridionale dell’orizzonte est e culmina a mezzogiorno alla minima altezza: nel nostro emisfero, questo giorno corrisponde al minimo dell’irradiamento solare.
In Italia ci saranno circa 8 ore e 42 minuti di luce (a Milano, perché il minutaggio esatto varia a seconda della latitudine). Alle latitudini più settentrionali, come a Fairbanks (in Alaska), un paio di gradi sotto il Circolo Polare Artico, il Sole non fa quasi in tempo a sorgere che è già avviato al tramonto. Tutto questo si deve all’inclinazione dell’asse terrestre di 23 gradi e 27 primi sul piano dell’eclittica, cioè rispetto al piano sul quale orbita il pianeta. Per metà dell’anno è il Polo Nord a essere orientato in direzione del Sole, per l’altra metà il Polo Sud, e questo è il motivo per cui abbiamo le stagioni.
Nall’antichità, questa celebrazione segnava la fine del buio e un graduale ritorno alla luce.
Nella tradizione germanica e celtica, il solstizio d’inverno coincideva con la festa di Yule: si accendeva il fuoco, si macellavano gli animali e si banchettava sulle ultime riserve di carne disponibili (evitando così, con la stessa mossa, di dover sfamare gli animali nei duri mesi successivi). L’albero sempreverde che a Natale adorna le nostre case affonderebbe le sue radici proprio in queste tradizioni: è simbolo di rinascita, di rinnovamento della vita.