Caos di Capodanno, la struttura era agibile

3 gennaio 2019 | 16:02
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Caos di Capodanno, la struttura era agibile

Il punto della situazione sull’iter burocratico che ha portato all’affito dell’hotel Cristallo, location del controverso Capodanno a Fonte Cerreto.

Continua a far parlare il burrascono esito del veglione di Capodanno organizzato presso l’Hotel Cristallo a Fonte Cerreto, interroto dalle forze dell’ordine, dopo diverse chiamate giunte alla Sala operativa. Al di là delle indagini esplorative avviate dalla Procura, tiene banco anche la questione amministrativo/politica sugli atti propedeutici che hanno portato all’affidamento dei locali.

A dar fuoco alle micce, l’ex assessore Pietro Di Stefano, che su Facebook pone alcune domande: «L’Hotel Cristallo è del Comune e dal sisma è stato dichiarato inagibile in attesa degli opportuni interventi già finanziati e ricompresi nel masterplan del Gran Sasso. A questo punto sono doverose alcune domande: come è possibile che una struttura dichiarata inagibile venga concessa per intrattenimenti che prevedono un consistente afflusso di gente; essendo una proprietà pubblica, con quale procedura è stata concessa ovvero se è stato fatto o meno un avviso di evidenza pubblica; con quale direttiva del Comune è stato concesso l’uso; chi ha firmato gli atti di concessione».

Sollecitato a riguardo, l’amministratore unico del Centro Turistico del Gran Sasso (ente proprietario dell’immobile), Dino Pignatelli, ai microfoni del Capoluogo.it ha precisato: «La struttura è agibile, era stata adeguata. È stata inoltre sottoposta alla Commissione Vigilanza Pubblico Spettacolo e solo allora affittata». D’altra parte, ricorda lo stesso Pignatelli, «la struttura è stata data in gestione dalla Giunta Cialente fino a giugno 2018 con agibilità parziale di 25 posti letto sulle 40 camere, quindi l’ex assessore dovrebbe essere a conoscenza che la struttura è agibile. I fondi Masterplan, invece, servono per la ristrutturazione completa, cosa ben diversa dal miglioramento e adeguamento sismico».

Per quanto riguarda la mancanza di “evidenza pubblica”, Pignatelli ha sottolineato: «La struttura è stata affittata direttamente per un giorno, c’è stata una richiesta – e solo quella – e abbiamo proceduto, ritenendola conveniente. Se ce ne fossero state di più avremmo vagliato».

Ad ogni modo, a parte le questioni “tecniche” e “giuridiche” del caso, rimane il senso di delusione di molti avventori, giovani e meno giovani, che – dopo il Capodanno rovinato – esprimono forti critiche all’organizzazione che continuerebbe a rimpallare le responsabilità.

n.l.