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Veti di famiglia, guerra fredda tra centristi e Lega

4 gennaio 2019 | 20:21
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Veti di famiglia, guerra fredda tra centristi e Lega

Centrodestra alle prese con la formazione delle liste. I “veti di famiglia” della Lega irrigidiscono i centristi: “Ognuno comanda a casa propria”.

Tavolo regionale piuttosto vivace quello di giovedì sera per il centrodestra abruzzese, che doveva essere squisitamente «organizzativo», ma ha dato modo ai partecipanti di ribadire posizioni che rischiano di fare di Lega e centristi separati in casa. Nodo del contendere i criteri per la formazione delle liste. Nonostante qualche indiscrezione rilevi momenti di tensione durante la riunione, i diretti interessati tengono a precisare che non solo non si sono registrati screzi, ma che i punti principali in discussione erano ben altri, tutti “operativi”.

Tensioni o meno, sul tavolo restano due posizioni distinte, difficili da conciliare, almeno al momento. Da una parte la Lega Abruzzo, che non vuole all’interno della coalizione esponenti espressione dell’ex maggioranza di Luciano D’Alfonso. «Abbiamo semplicemente parlato del programma e delle incombenze burocratiche – ha dichiarato il deputato leghista Luigi D’Eramo ai microfoni del Capoluogo.it, smentendo momenti di tensione dovuti ai veti sulle liste – per quanto riguarda la posizione della Lega, è chiara già dalla campagna elettorale delle politiche, quando abbiamo assicurato agli elettori che alle prossime regionali nessun esponente che ha fatto parte della maggioranza di centrosinistra sarebbe stato mai candidato nelle liste del centrodestra. Questa è la nostra posizione, espressa in più di una circostanza, ed è una posizione rispetto alla quale la Lega non deroga».

Con Donato Di Matteo orientato verso il centrosinistra e Andrea Gerosolimo che non si ricandida, il veto leghista sarebbe facilmente superabile, se non fosse per la posizione di Marianna Scoccia, sindaco di Prezza, che però “sconta” (dal punto di vista della Lega) il fatto di essere la moglie di Gerosolimo. Nel momento in cui Gerosolimo ha rinunciato alla candidatura e ha preso forza quella di Marianna Scoccia, infatti, era stato proprio Luigi D’Eramo a precisare: «Chiunque abbia fatto parte della maggioranza di centrosinistra non può essere candidato con la coalizione di centrodestra! E neanche loro parenti e affini». Se per Di Matteo e Gerosolimo il problema è stato superato dai fatti, quindi, rimane il problema dei “parenti e affini”.

«Nessuno intende candidare ex dalfonsiani – ha spiegato il senatore Gaetano Quagliariello, raggiunto telefonicamente sulla questione – ma servono valutazioni politiche, non legate a un veto. Una volta fissati metodologicamente due punti, uno per il quale ognuno è sovrano in casa sua e il secondo per il quale i veti al limite possono essere personali, faremo una raccolta di disponibilità per formare la lista migliore, con spirito di collaborazione con i nostri alleati».

A riguardo, ancora più diretto il segretario regionale dell’Udc, Enrico Di Giuseppantonio, che pur negando tensioni con la Lega, spiega: «Abbiamo semplicemente ribadito la decisione presa dalla direzione regionale dell’Udc, della Democrazia cristiana e di Idea e cioè che ciascuno ha la libertà di scegliere i candidati per la lista che presenterà alle elezioni, ovviamente nel rispetto di questioni etiche».

Insomma, dopo il passo indietro di Gerosolimo i centristi non ci stanno a estendere il veto dei leghisti a “parenti e affini”, anche perché, nel caso specifico, Marianna Scoccia «è un sindaco di un comune amministrato dal centrodestra e viene dall’esperienza di An».

Le posizioni, quindi, restano piuttosto distanti. Nessuna tensione, per carità. Dopo veti e controveti sul candidato presidente superati (più o meno) “per amor di Patria” e le incomprensioni tra FdI e FI, soprattutto a L’Aquila, il centrodestra non vuole mostrarsi oltremodo litigioso. Le due posizioni, però, non sembrano conciliabili.