Dall’Aquila al Venezuela, preoccupazione dalla comunità di Villa Sant’Angelo

25 gennaio 2019 | 13:13
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Dall’Aquila al Venezuela, preoccupazione dalla comunità di Villa Sant’Angelo

Dall’Aquila a Valencia, preoccupazioni della comunità di Villa Sant’Angelo per il rischio di guerra civile in Venezuela.

«In Venezuela ho 3 figli e i nipoti, ci sentiamo ogni due ore perché siamo molto preoccupati. Le prossime ore saranno importantissime per quanto riguarda l’esito immediato, su cui influiranno molto le pressioni internazionali, a meno che non ci sia un bagno di sangue che obblighi i ranghi intermedi dell’esercito a schierarsi con la popolazione che protesta». Così Oreste De Matteis, per 60 anni in Venezuela e oggi a Villa Sant’Angelo, che accoglie una nutrita rappresentanza della comunità venezuelana.

«Siamo molto preoccupati, – ha spiegato De Matteis ai microfoni del Capoluogo.it – la situazione è difficile, perché ci sono due tesi e due interessi politici che si contrappongono: da una parte quello di Maduro che rappresenta il socialismo del XXI secolo, che averebbe dovuto portare maggiore giustizia sociale, e dall’altra una posizione più progressista di Guaidò e di chi si oppone al governo, perché questo socialismo non ha funzionato, i poveri sono sempre più poveri, è scomparsa la classe media e i cittadini sono allo stremo. Una parte è appoggiata appoggiata Russia, Cina, Cuba e Messico, dall’altra gli USA e diverse potenze occidentali. In Italia c’è un problema, perché Salvini sembra a favore di Guaidò, mentre Di Maio a favore di Maduro».

«Siamo arrivati a questo punto – spiega De Matteis – perché il popolo venezuelano si è visto impoverito, allo stremo delle forze, letteralmemente alla fame. La dimostrazione è la quantità di gente scesa in strada. Ci sono manifestazioni in tutte le città. Qui a Villa Sant’Angelo abbiamo promosso una celebrazione religiosa per la pace, non vogliamo ulteriore spargimento di sangue, ma è chiaro che dopo tante privazioni il popolo venezuelano vuole una soluzione a questa situazione. Spero che le forze al Governo prendano almeno in considerazione la possibilità di nuove elezioni per ridare la parola al popolo. Già ci sono stati 26 morti, non devono essercene più».

(foto pars today)