Frazioni abbandonate, la proposta di una consulta paesana

Claudio Robimarga e Maria Scarsella si sono fatti interpreti del malcontento di tanti cittadini e questa mattina, presso il bar Nova Vida, hanno incontrato la stampa per proporre una consulta dei piccoli centri.
Durante la campagna elettorale agli abitanti dei piccoli centri vengono fatte promesse di ogni tipo che, passate le elezioni, vengono il più delle volte disattese.
Claudio Robimarga e Maria Scarsella si sono fatti interpreti del malcontento di tanti cittadini stufi di vedere i propri desideri ignorati dopo ogni risultato elettorale, questa mattina, presso il bar Nova Vida, hanno quindi incontrato la stampa per portare all’attenzione delle istituzioni una serie di istanze condivise dalla maggior parte dei loro concittadini.
Nell’incontro, di natura del tutto informale, si è parlato di sanità, cultura ed ambiente ma di tutte le problematiche trattate la più sentita sembra essere quella legata al recupero dei piccoli centri: “I borghi dell’Abruzzo interno versano da anni in uno stato di totale abbandono – ha sostenuto Maria Scarsella – nonostante vi sia da tempo un progetto della Regione volto proprio al loro recupero”.
Un esempio su come si dovrebbe intervenire viene dal territorio aquilano, in particolare dal borgo di Pagliare di Sassa:
«Nel caso di Pagliare di Sassa – ha continuato Scarsella – nell’anno 2000 fu stilato un protocollo di intesa tra Regione, Comune e Soprintendenza, volto alla riqualificazione del borgo medievale. Le modalità di intervento avrebbero dovuto costituire un modello da applicare a tutti i piccoli centri dell’Abruzzo interno, purtroppo non è stato fatto ancora nulla.»
Allo spopolamento delle aree interne dell’Abruzzo si dovrebbe far fronte, secondo Maria Scarsella, con adeguati interventi finalizzati a potenziare i servizi e ad incentivare il trasferimento di giovani coppie che, portando nuova linfa vitale in borghi in decadenza, non solo rigenererebbero il tessuto sociale ma “costituirebbero un aiuto generazionale alle persona non più autosufficienti per via dell’età”.
Secondo Claudio Robimarga il recupero dei piccoli centri dell’Abruzzo interno è ostacolato non solo dalle lungaggini burocratiche ma anche dalla mancanza di un organo che rappresenti le piccole realtà presso l’amministrazione regionale.
A tale proposito Robimarga propone che venga istituito “un organo consultivo composto dai rappresentanti di tutti i piccoli paesi, una sorta di consulta paesana, libera da contaminazioni politiche, che dialoghi costantemente con un eventuale assessore regionale alle frazioni”.
L’obbiettivo sarebbe quello di dar voce alle tante realtà troppo spesso considerate solo come piccoli serbatoi di voti e mai come comunità di cittadini con proprie esigenze e potenzialità.