
Francesco Tuccia torna libero. Condannato per la violenza ai danni di una giovane, avvenuta nel febbraio 2012 fuori dal Guernica:la lasciò esanime in mezzo alla neve a -14°
Nella notte tra l’11 e il 12 febbraio del 2012 una giovane universitaria, dopo una brutale violenza, fu lasciata esanime e insanguinata in mezzo alla neve del piazzale della discoteca “Guernica” di Pizzoli. La temperatura era -14 gradi.

Francesco Tuccia, militare all’epoca in servizio al 33/Esimo reggimento artiglieria terrestre “Acqui“, rientrò nel locale nel quale era giunto con alcuni amici e si lavò nei bagni della discoteca. Stava per lasciare il locale quando lo bloccarono i vigilantes.
La giovane universitaria fu salvata dall’intervento del titolare del Guernica Luigi Marronaro che, dopo averla soccorsa, allertò il 118. La ragazza fu poi sottoposta a delicati interventi chirurgici al San Salvatore.
Qualche giorno dopo arrivò l’arresto per Francesco Tuccia che venne sospeso cautelativamente dal servizio e rinchiuso nel carcere di Teramo. Con lui in cella un altro indagato “eccellente”: Salvatore Parolisi , allora accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea.
Otto anni di reclusione per violenza sessuale e lesioni gravissime in primo e secondo grado: la sentenza definitiva della Cassazione (gennaio 2015) fu di 7 anni e 8 mesi. In questi giorni Francesco Tuccia torna libero.
Il processo fu straziante, con la giovane vittima assistita anche dal Centro antiviolenza dell’Aquila guidato da Simona Giannangeli: «La presenza, nel processo, del nostro Centro antiviolenza ha permesso di opporci alle difese che hanno mancato di rispetto nei riguardi della ragazza violentata. Un atteggiamento assurdo finalizzato a sostenere il consenso della studentessa che noi abbiamo dimostrato essere inesistente. Sarà opportuno che, anche in altri processi simili, gli interessi delle donne siano tutelati dai Centri antiviolenza».