Autorizzazione a procedere contro Salvini, il primo sì è abruzzese

Caso Diciotti, M5S al voto sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Dalle 11 alle 20 voto online sulla Piattaforma Rousseau. I big chiedono di votare sì (contro l’autorizzazione), ma non mancano prese di posizione pubbliche diverse.
Voterà no, nel senso che voterà sì all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini la deputata del M5S eletta nella provincia di Teramo Valentina Corneli. Gli iscritti sono chiamati a votare sulla spinosa vicenda dalle 11 alle 20 di oggi, votazioni che comunque non saranno vincolanti per gli eletti a 5 Stelle. «Io voterò convintamente no al quesito che ci verrà sottoposto – ha annunciato la deputata teramana – perché l’autorizzazione a procedere deve essere concessa e benissimo anche l’autodenuncia di Di Maio, Toninelli e Conte che hanno dimostrato tutta la loro coerenza e tutto il loro coraggio. Il coraggio in un primo momento lo aveva manifestato anche Salvini per poi, stranamente, rimangiarsi tutto. Noi siamo diversi e siamo nati per questo: far in modo che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge, come recita quell’articolo della nostra Costituzione calpestato dai partiti di destra e di sinistra prima del nostro ingresso nelle istituzioni che ha finalmente spazzato via la “casta”».
L’equivoco tra il sì e il no nasce dall’impostazione data al quesito, che recita: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere. No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere“, ricordando nel contempo che “il ministro dell’Interno Salvini, d’accordo con il ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il presidente Conte, negò lo sbarco”, per quella che viene definita una decisione presa “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”. Si chiarisce inoltre che “questo non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare. Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale”. Insomma, i vertici evidentemente chiedono alla base di votare sì (no all’autorizzazione a procedere), ma non è detto che tutti seguano la linea, come dimostrato dalla deputata abruzzese che voterà no (online). Non dovrebbe essere un problema, visto che – in Parlamento – Forza Italia e Fratelli d’Italia voteranno contro l’autorizzazione, quindi qualche defezione dei parlamentari del M5S potrebbe essere ininfluente.
Intanto l’impostazione del quesito ha provocato anche l’ironia dello stesso Beppe Grillo, che scrive: “Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!» twitta il leader del Movimento. Il riferimento, come spiegano da Open – il nuovo giornale online di Mentana – è “al romanzo Comma 22 dello scrittore statunitense Joseph Heller. Il paradosso che dà il titolo all’opera è la regola per cui “chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo”. La sindrome di Procuste, invece, è una particolare patologia mentale che porta chi ne soffre a provare un forte dispiacere e dolore nei confronti del successo delle altre persone, che siano colleghi, amici o parenti. La sindrome prende il suo nome dal mito classico di Procuste che assaliva i viandanti e li massacrava torturandoli”.
Riferimenti a parte, è chiaro che l’impostazione del quesito, insieme all’indicazione pro Salvini, sta provocando qualche imbarazzo politico nel M5S. Ma come accade puntalmente dall’inizio della formazione del governo giallo-verde, comunque vadano le votazione online i problemi saranno più per i pentastellati che per Salvini – che tra gli “alleati” del centrodestra e i governativi del M5S – non dovrebbe avere problemi alla conta finale. Il M5S, invece, dovrà tentare di arginare le perplessità della base su questa e altre vicende, cercando di non perdere ulteriori consensi, magari a favore dello scomodo alleato di Governo che ha già dimostrato di saper “cannibalizzare” bene le incertezze del Movimento a proprio favore.
Dopo le 20 si saprà l’esito delle votazioni online. A meno che non salti ancora tutto, come nel caso delle ragionarie. Già si è registrato un problema tecnico che ha fatto slittare l’orario delle votazioni dalle 10 alle 11, con conseguente slittamento anche dell’orario di chiusura, dalle 19 alle 20.