Arti marziali miste, ai nazionali di grappling il trionfo delle rane nere

Il 17 febbraio, nella cornice del Palatorrino di Roma, gli atleti delle Rane Nere MMA L’Aquila hanno fatto incetta di medaglie portando alto l’onore della città presso il primo torneo nazionale Open di grappling targato FIGMMA.
Il 17 febbraio, nella cornice del Palatorrino di Roma, gli atleti delle Rane Nere MMA L’Aquila hanno fatto incetta di medaglie portando alto l’onore della città presso il primo torneo nazionale Open di grappling targato FIGMMA.
Sono saliti sul podio Elisabetta Cialente, che ha conquistato l’oro nei cadetti 52kg, Erjon HoxHaj con l’oro nei veterans 92kg, Davide Bucci che ha meritato l’argento nelle viola senior 71kg e Riccardo d’Onofrio, che ha conseguito il terzo posto pari merito nelle blu 84kg.
Il maestro Pierpaolo Ciammetti, che ha preparato i ragazzi per il torneo, ha spiegato ad IlCapoluogo cosa si intende per grappling e quanto sia dura la preparazione per un torneo di arti marziali.
Maestro, può spiegare a noi profani cos’è il grappling?
Il grappling è una disciplina di combattimento che rientra nell’ambito delle arti marziali miste (MMA), ciò che la contraddistingue dalle altre tecniche di combattimento è l’assenza di colpi.
Assenza di colpi?
Esatto, i lottatori di grappling utilizzano solo proiezioni e finalizzazioni, con le proiezioni si atterra l’avversario mentre con le finalizzazioni si applicano prese volte a concludere il match prima che scada il tempo. Non vengono usati invece pugni e calci.
Immagino che l’assenza di colpi non renda l’incontro meno pericoloso per i contendenti.
Il pericolo di farsi male è minimo nonostante si stia parlando di arti marziali, bisogna inoltre tenere presente che in tornei del genere si arriva dopo una lunga e graduale preparazione. Due bravi atleti possono affrontarsi in un combattimento molto intenso senza riportare infortuni.
C’è comunque un arbitro
Non solo c’è l’arbitro pronto ad intervenire qualora dovesse palesarsi la superiorità di un lottatore ma il buonsenso dei lottatori stessi spinge uno dei due a riconoscere la sconfitta battendo il palmo della mano sul tatami o sul corpo dell’avversario.
Quanto è importante la componente psicologica per vincere un incontro?
L’aspetto psicologico è fondamentale quanto quello fisico, un agonista di arti marziali deve saper gestire l’ansia e lo stress, deve saper leggere nei movimenti dell’avversario eventuali punti di debolezza e, cosa non meno importante, deve saper gestire le forze.
Sul tatami si impara anche a vivere?
Sono maestro da nove anni e posso dire di aver incontrato veramente molte persone che nelle arti marziali hanno trovato la via per migliorarsi. Ho visto ragazzi e ragazze molto timidi acquistare maggiore fiducia in sé stessi e persone arroganti imparare l’umiltà, perché essere più forti non significa essere superiori.