Regione Abruzzo, in Commissione di Vigilanza è pronto il piatto freddo della vendetta

26 febbraio 2019 | 14:45
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Regione Abruzzo, in Commissione di Vigilanza è pronto il piatto freddo della vendetta

Insediamento del nuovo Consiglio regionale, il M5S ha pronta su un piatto d’argento la vendetta contro il centrosinistra che 5 anni fa dalla maggioranza votò anche per la Commissione Vigilanza, contro Sara Marcozzi e in favore di Mauro Febbo.

In attesa di risolvere il braccio di ferro tra Lega e Forza Italia, a cui ha contribuito anche il ministro e vicepremier Matteo Salvini, bacchettando in tv l’atteggiamento dei forzisti abruzzesi, sono diverse le posizioni da assegnare per la composizione del Consiglio regionale, a partire dall’ufficio di presidenza. Per quanto riguarda la Presidenza del Consiglio, è sempre la Lega ad ambire alla carica, che si sommerebbe ai 4 posti in Giunta; nell’ottica della “compensazione” auspicata dal sindaco Biondi in sede di passaggio di consegne tra Lolli e Marsilio, però, la Presidenza potrebbe andare anche agli alleati. Meno problematico il riempimento della casella di vicepresidente, molto meno ambita (o per lo meno considerata scarsamente compensativa), almeno per quanto riguarda la quota di maggioranza.

Consiglio Regione Abruzzo, il nodo della vicepresidenza in quota opposizione e la presidenza della Commissione Vigilanza. La vendetta è un piatto che va servito freddo.

Se la maggioranza è alle prese con il confronto serrato per la formazione della squadra di Governo e “compensazioni” varie, l’opposizione si appresta ad affrontare la “resa dei conti“. Nonostante Giovanni Legnini abbia “aperto” al Movimento 5 Stelle per un accordo sui ruoli in quota opposizione, soprattutto vicepresidenza e presidenza della Commissione di Vigilanza, da verificare la disponibilità dei pentastellati, che nella passata legislatura hanno dovuto ingoiare un rospo decisamente indigesto. Con la vicepresidenza in quota opposizione a Paolo Gatti, infatti, alla Commissione di Vigilanza era stato eletto Mauro Febbo, con un voto determinante e assolutamente irrituale da parte della maggioranza di centrosinistra che, in quanto appunto maggioranza, avrebbe dovuto astenersi dal votare il ruolo in quota opposizione. Uno “sgarro” che nel 2014 aveva provocato le rimostranze del M5S per l’irrituale interferenza: «Siamo all’aberrazione». Oggi le cose sono diverse: il M5S ha sette consiglieri, contro i sei del centrosinistra. Un ribaltamento di forze che mette nelle potenzialità del M5S la possibilità di “vendicarsi” del torto subito allora (e ancora nella memoria storica del movimento, visto che Sara Marcozzi, Domenico Pettinari e Pietro Smargiassi erano in Consiglio nella X legislatura e lo saranno anche nell’XI). Da verificare, quindi, se l’appello di Legnini verrà raccolto o il M5S vorrà consumare la propria “vendetta” nei confronti del centrosinistra. Al momento, sembra che l’appello debba sottostare alla forza dei numeri: «Quello che è successo 5 anni fa – ha spiegato il consigliere del M5S Giorgio Fedele sollecitato a riguardo – è molto grave, perché dalla maggioranza sono intervenuti su posti di garanzia affidati all’opposizione, noi non vogliamo essere sgarbati o rigidi, ma è una questione che non abbiamo certo archiviato e ricordiamo soprattutto la continuità di quel Governo regionale con questa opposizione di centrosinistra». Da qui, anche un certo scetticismo nei riguardi dell’apertura di Legnini per trovare un accordo sui posti disponibili in quota opposizione: «I numeri sono abbastanza evidenti, per cui è chiaro che il M5S avrà un ruolo di rilievo nell’opposizione. Saranno ragionamenti che verranno fatti all’interno del nostro gruppo, ma io sono dell’idea di non dover accogliere aperture o alcunché da Legnini, in quanto si è presentato in perfetta continuità con la maggioranza di D’Alfonso».

Insomma, fatte salve le scelte ufficiali che il M5S vorrà concordare all’interno del proprio gruppo, è chiaro fin da subito che il centrosinistra dovrà fare i conti con i numeri esigui, determinati dall’inconsistenza elettorale di tante piccole liste che hanno aiutato Legnini a piazzarsi secondo, senza però eleggere consiglieri sufficienti a tenere testa al M5S, che adesso, ovviamente, vuole far valere i propri, di numeri. È probabile, quindi, che la vendetta pentastellata si consumerà durante il primo Consiglio regionale. Sempre che non intervenga nuovamente la maggioranza (questa volta di centrodestra) a sparigliare le carte con un “Nazareno in Commissione Vigilanza”.