Passi indietro e passi di lato, il valzer di Giunta della Regione Abruzzo

1 marzo 2019 | 10:59
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Passi indietro e passi di lato, il valzer di Giunta della Regione Abruzzo

Ripartizione dei posti in Giunta regionale, il tempo stringe. Confronto continuo tra i partiti, ma i margini di trattativa restano minimi.

Ultime ore per chiudere il cerchio intorno alla ripartizione dei posti all’interno della nuova Giunta dell’XI legislatura della Regione Abruzzo. Nel weekend, o al limite entro lunedì, quando tra l’altro ci sarà anche l’inaugurazione del Circolo “Amiternum” di Fratelli d’Italia, presso la Sala Talenti del centro commerciale “Pegaso” a Scoppito, si dovrebbe definire l’accordo. Nel frattempo, muti i telefoni dei coordinatori regionali dei partiti della coalizione di centrodestra, tranne quello di Gianluca Zelli (AzP), che però si limita a confermare che è tutto in divenire. Come a dire, tutto può succedere.

Quello che non può succedere, forse, è che la Lega rinunci ai 4 assessori. Al limite, il partito di Salvini potrebbe fare un “passo di lato”, rinunciando a qualche posizione di “rappresentanza”, come la Presidenza del Consiglio, che potrebbe andare a Forza Italia, come “compensazione” per i due assessorati chiesti, in quanto probabilmente ne avrà uno soltanto. Con due assessori a FI e 4 alla Lega, infatti, non rimarrebbero posti operativi e almeno uno per AzP era previsto già in campagna elettorale. Ammesso e non concesso che non ne serva anche uno per FdI, che ha già il presidente e potrebbe accontentarsi del suolo di sottosegretario con delega.

Alla fine, quindi, lo schema potrebbe essere questo: alla Lega 4 assessori e la vicepresidenza della Giunta, a Forza Italia un assessorato e la presidenza del Consiglio Regionale, un assessorato ad Azione Politica, e a FdI (che esprime il governatore) il sottosegretariato con delega. Se non si trovasse un accordo in questo senso, Lega e FdI potrebbero switchare un assessorato con il sottosegretariato con delega, ma difficilmente si potrà chiedere un passo indietro in questo senso alla Lega, che accetterebbe già un “passo di lato”, lasciando libera la casella della presidenza del Consiglio.

In attesa che si riattivino i telefoni dei protagonisti del difficile confronto, non resta che attendere. Non troppo, visto che il ministro Salvini ha già mostrato insofferenza alle attese, già da prima della convalida degli eletti. Figuriamoci adesso.