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Renata Salvatore, il tocco aquilano per il David di Donatello a Frontiera

5 marzo 2019 | 06:04
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Renata Salvatore, il tocco aquilano per il David di Donatello a Frontiera

Montaggio aquilano per il corto vincitore del David di Donatello “Frontiera”, del regista Alessandro Di Gregorio. Intervista a Renata Salvatore.

Su 362 opere in gara, con 72 opere selezionate per la nomination, il David di Donatello per il miglior corto è andato al regista abruzzese (di Vasto), Alessandro Di Gregorio. Frontiera, scritto da Ezio Abbate, prodotto da Simone Gattoni e interpretato da Fiorenzo Madonna e Bruno Orlando, racconta la storia di due giovani, un necroforo al primo giorno di lavoro e un sommozzatore alla prima missione: «Sono sul ponte di un traghetto diretto a Lampedusa, non si conoscono, ma quando metteranno piede sull’isola le loro vite cambieranno per sempre. Uno dovrà recuperare i corpi dei naufraghi, l’altro li dovrà seppellire, in una sorta di balletto fra la vita e la morte, l’innocenza e la sua perdita».

Un grande successo di critica e pubblico per un’opera che parla anche aquilano. Al montaggio del documentario, infatti, l’aquilana Renata Salvatore, che dal 1995 al 2000 ha frequentato l’Accademia per le arti e le scienze dell’immagine e a L’Aquila, dove torna spesso, ha la propria famiglia. Dal 2000 Renata lavora a Roma, inizialmente presso una casa di produzione di spot pubblicitari, dove ha conosciuto il regista vastese Alessandro Di Gregorio. Come spiega la stessa Renata Salvatore ai microfoni del Capoluogo.it, in seguito è iniziata la collaborazione con il regista Franceso Patierno e allo stesso tempo con Alessandro Di Gregorio, che è poi diventato anche il suo compagno. Ha all’attivo montaggi per importanti lungometraggi, tra cui Il mattino ha l’oro in bocca, con Elio Germano, e La gente che sta bene, con Claudio Bisio. Ultimamente sta lavorando a produzioni televisive, tra cui al programma Prima dell’Alba, di Salvo Sottile, e contemporaneamete, dopo anni di tv, è tornata al cinema, con il cortometraggio Frontiera.

frontiera renata salvatore

Per quanto riguarda il lavoro effettuato per il corto vincitore del David di Donatello, Renata Salvatore spiega: «Dal punto di vista produttivo, il lavoro è durato circa 4 anni, perché lo sceneggiatore Ezio Abbate ha tratto l’idea dalla tragedia dal naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Dopo due anni sono iniziate le riprese, anche se il mio lavoro è iniziato un anno fa, con il primo montaggio delle riprese effettuate a Lampedusa. È stato un lavoro inizialmente molto complicato, visto che si tratta di un corto senza dialoghi, per cui montare un film dove non ci sono basi sonore, se non la presa diretta spoglia, non è stato semplice. All’inizio l’abbiamo riempito di musica per rappresentare lo stato interiore dei personaggi, ma al mix – dov’è stato fatto un grande lavoro – abbiamo tolto praticamente tutto. Risulta piuttosto crudo, visto che abbiamo lasciato solo un brano musicale nella parte che precede il finale».

Al di là dell’aspetto tecnico, difficile è stato anche l’impatto emotivo: «La parte fiction è incentrata sulla storia di due ragazzi, un necroforo e un sommozzatore al primo giorno di lavoro, ma la parte più toccante è quella finale, con le immagini di repertorio della tragedia del 3 ottobre 2013, immagini che non avevo mai visto e su cui è stato davvero difficile lavorare».

frontiera renata salvatore

La prima proiezione del corto vincitore del David di Donatello ha registrato uno straordinario riscontro di pubblico che ha costretto gli organizzatori a effettuare due proiezioni, a Vasto, città del regista Alessandro Di Gregorio. Considerato che il film conta anche sulla professionalità di un’eccellenza aquilana, sarebbe opportuno promuovere una proiezione anche a L’Aquila. La buttiamo lì… sperando di dare un’idea gradita agli addetti ai lavori.

Le interviste video di zonalocale.it ad Alessandro Di Gregorio e Renata Salvatore, in occasione della proiezione vastese.