Enrico Cavalli e la sua piccola storia del rugby aquilano

Dalla Polisportiva L’Aquila Rugby ai giorni nostri: intervista ad Enrico Cavalli, autore del volume Piccola storia del rugby aquilano
Il volume, presentato presso la sala convegni dell’Archivio di Stato, ripercorre in maniera sintetica i momenti più importanti del movimento rugbystico aquilano.
Una vera epopea sportiva che, tra gli anni 60 e la prima metà degli anni 90, ha visto i giocatori aquilani vincere cinque scudetti.
A riflettere con il professor Cavalli sugli anni d’oro del rugby aquilano e sul suo declino, in un dibattito moderato dal dottor Fulgo Graziosi, fiduciario locale del CSEN, erano presenti il professor Davide Adacher, ex giocatore del CUS L’Aquila Rugby, il professor Antonio Cappelletti Zirilli, dirigente tecnico della Polisportiva Paganica Rugby, il professor Sandro Cordesch, presidente di Lhasa L’Aquila e l’ingegner Valerio Zaccagno, dirigente della Union Rugby L’Aquila.
Ai microfoni de IlCapoluogo l’autore ha affidato le proprie riflessioni


Professor Cavalli, cosa l’ha spinto a scrivere una storia del rugby aquilano?
Il mio vuole essere un modesto contributo al vasto panorama editoriale che riguarda la storia di questo sport nella nostra città. Non ho mai avuto la presunzione di voler abbracciare in maniera particolareggiata tutti gli aspetti di un movimento sportivo che all’Aquila ha fatto la storia. Ritengo, inoltre, che la storia sportiva debba essere considerata parte integrante del più ampio ventaglio di lavori storiografici sull’Aquila: del resto, Benedetto Croce ci ha insegnato che è la storia minor a costituire i mattoncini che compongono il tessuto della storia maior.
Come nacque il rugby all’Aquila?
Nacque alle pendici del Gran Sasso grazie alla passione di militari, studenti universitari, forestieri ed
uomini delle istituzioni. Partendo dalle dinamiche che hanno portato il rugby all’Aquila ho voluto ripercorrere la storia di questo sport nel periodo tra le due guerre passando per la ricostruzione, i mitici anni 60 fino alle problematiche che caratterizzano gli anni recenti.
C’era una volta L’Aquila Rugby in Top Ten…
Credo che l’istituzione della Top Ten abbia causato il declino di tante realtà sportive un tempo molto competitive. La vecchia polisportiva L’Aquila Rugby non poteva reggere il confronto con squadre dotate di maggiori mezzi, a questo si è aggiunta a una gestione basata sull’ autoreferenzialità e su un esclusivismo pregiudiziale poco lungimirante.
Come sta andando con l’Unione Rugby L’Aquila?
Diciamo che sta andando, milita nella seconda fascia e sta lottando per la salvezza. Sono lontani i tempi in cui i ragazzi lottavano per lo scudetto come nella finale, purtroppo persa, giocata a Roma nel giugno del 2000.
È fiducioso?
So che la dirigenza sta gestendo la squadra in un ottica di sostenibilità dei costi e questo mi fa ben sperare, la strada è lunga e solo facendo tesoro degli errori passati si potrà davvero ridare a questa città la squadra che merita.