Giornata internazionale della Donna, perché va festeggiata

Giornata internazionale della Donna, perché va festeggiatanell’editoriale del direttore Roberta Galeotti. Questa data è tornata prepotentemente ad assumere il significato profondo e drammatico di lotta e di sopravvivenza.
Noi donne siamo molto spesso le prime ad essere restie a festeggiare questa data.
Perché bisogna festeggiare questa data o dedicare una giornata alle donne?
Dopo le drammatiche notizie di cronaca di ieri che riportavano l’uccisione di due donne, una ragazza di 23 anni e una donna di 36, per mano dei rispettivi compagni, siamo arrivati al decimo femminicidio dall’inizio dell’anno.
Quella che poteva dunque sembrare fino a qualche tempo fa una data soltanto commerciale, perché le storiche lotte femminili per l’emancipazione sembravano superate, è tornata prepotentemente ad assumere il significato profondo e drammatico di lotta e di sopravvivenza.
Che cosa sta succedendo a questa civiltà così sviluppata ma al contempo così retrograda?
È vergognoso che esistano uomini che hanno bisogno di sopraffare fisicamente la persona con cui hanno scelto di condividere la vita, perché non riescono altrimenti a risolvere o appianare divergenze di opinioni o di vedute.
E allora #Nonunadimeno, la lotta al femminicidio, le scarpe rosse, la mimosa stessa che probabilmente riacquisisce un senso importante nella nostra battaglia quotidiana che è una battaglia culturale.
Giova ricordare il motivo drammatico per cui si è scelto di istituire questa giornata dedicata alle donne: tutti sappiamo che agli inizi del ‘900 in una nota fabbrica americana morirono moltissime operaie in un incendio.
Tante le battaglie che le donne hanno portato avanti da allora, battaglie atte ad emancipare la figura della donna da una cultura retrograda.
La donna deve essere protagonista in tutte le sue scelte e nelle dinamiche di coppia o nelle dinamiche sessuali ma non può assolutamente essere vittima di una sopraffazione esclusivamente fisica.
Libertà.
Libertà di scegliere un uomo con cui vivere la vita e libertà di decidere di non vivere più la propria vita con quello stesso uomo.
È fondamentale che ci sia una cultura moderna di rispetto e confronto intellettuale tra persone, senza caratterizzazione di genere.
In questa società così sviluppata tecnologicamente, in cui il problema culturale aggredisce le generazioni ultime, i più giovani, mi sento di fare una riflessione: sia nei giochi sia nei film sottoposti all’attenzione dei nostri ragazzi c’è una violenza inaudita che entra nel loro quotidiano.
Tant’è che spesso rimangono anestetizzati di fronte ad episodi violenti.
Tutto ciò lascia dei segni: l’assuefazione, l’irritabilità. La violenza lascia sempre un seme dentro.
Da madri, da donne, da professioniste, dobbiamo riportare i nostri figli e gli uomini all’amore, al dialogo, al confronto, al sorriso e al rispetto.
Solo così possiamo sconfiggere la violenza che sta sopraffacendo l’uomo.
Riscopriamo il senso del rispetto della donna.
E allora #Nonunadimeno e buona festa della Donna a tutte voi!