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Staccata energia elettrica ad Accord Phoenix, querelata Neon Appalti

16 marzo 2019 | 11:06
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Staccata energia elettrica ad Accord Phoenix, querelata Neon Appalti

Staccata da ieri sera l’energia elettrica ad Accord Phoenix: querelata Neon Appalti. “Danni enormi, di reputazione e alle macchine”

La comunicazione è avvenuta in una conferenza stampa convocata urgentemente per questa mattina dai vertici di Accord Phoenix.

A spiegare cosa è successo è il direttore generale di Accord Phoenix Francesco Baldarelli:

“Siamo rimasti scioccati, colpiti e sconcertati. Non avrei mai pensato, con la mia esperienza, di trovarmi di fronte a situazione.

Ieri sera alle 17.07 è stata interrotta l’energia elettrica ad Accord Phoenix mentre era in corso il turno di lavorazione.

Abbiamo dovuto sospendere i turni, cercato di mettere in sicurezza l’impianto per cercare di affrontare l’emergenza. Immediatamente ho comunicato alla Prefettura cosa stava accadendo: ho chiamato i Carabinieri, che si sono recati a visitare l’impianto.

“In ogni caso, ho sporto denuncia querela nei confronti della Neon Appalti”

È amareggiato e scioccato, Baldarelli: “In altre regioni questa cosa si può chiamare con un termine. Io non lo dirò quel termine… ma siamo una impresa che fa lavorare 60 lavoratori…  Non voglio usare una parola, molto forte: ma l’atteggiamento è di quel tipo”

accord phoenix macchina triturazione lampade neon

Baldarelli, poi, spiega i termini dei contratti sottoscritti.

“Abbiamo un progetto di sviluppo sostenuto da Invitalia, abbiamo investito 43 milioni di euro. Sono 2 anni che lavoriamo e stiamo pagando regolarmente i lavoratori. Siamo proprietari dei capannoni e siamo sottoposti a due contratti di housing, uno per una parte di capannone, uno per l’altra. Contestualmente, abbiamo avuto un vincolo dal Comune dell’Aquila nel momento in cui abbiamo acquistato il capannone: abbiamo sottoscritto un appalto con Neon Appalti che comprendeva l’erogazione di servizi esterni all’attività industriale, quali spazzatura dei locali esterni, mantenimento della pubblica illuminazione, pulizia aiuole e spazzatura neve.

A parte, abbiamo un contratto di erogazione di energia elettrica che abbiamo sempre regolarmente pagato fino all’ultima fattura del 7 marzo, di circa 29.000 euro, che non ci è stata ancora presentata.

Le altre sono state pagate. Non abbiamo più pagato i servizi di housing dal novembre 2018 perché abbiamo usato la clausola di recesso dal contratto. Non li abbiamo più pagati perché riteniamo che una azienda come la nostra sia sottoposta ad un onere incredibilmente eccessivo – di circa 400.000 euro l’anno – per la gestione dei servizi di housing esterni.

L’abbiamo fatto non perché volevamo fare un capriccio: abbiamo un organismo di vigilanza interno che ci ha detto di non pagare quei servizi, non quantificabili, eccessivamente onerosi e distrazione di fondi dall’azienda, per quella portata. Ci hanno messo di fronte al fatto che quei servizi non corrispondevano ad un reale prezzo di mercato. Abbiamo innescato una discussione che doveva portare a ridiscutere un nuovo contratto”

Poi, l’attacco: “loro sono gestori di una area comunale: per trenta anni lo hanno fatto a zero. Forse ha dato fastidio che dessimo lavoro. Noi vogliamo lavorare in maniera seria e corretta. Io credo che dovremo far valere tutti i nostri diritti. Non sappiamo a chi abbiamo dato fastidio. Non siamo rassegnati, siamo combattivi”

accord phoenix conferenza stampa

Accord Phoenix, parte conteggio dei danni

“Abbiamo 10 container da spedire in Cina e Malesia, abbiamo 40 tonnellate di alluminio da mandare via. Se non viene allacciata la luce si compie un atto gravissimo nei confronti di un’impresa. I danni sono enormi: un danno enorme di reputazione ma anche sulle macchine. Se si stacca improvvisamente la luce a delle macchine cablate, è probabile ci siano diversi danni. Non so se le macchine ripartiranno in maniera uguale. Mi auguro che prevalga la ragione: ad ogni modo faremo prevalere i nostri diritti” dice Baldarelli.

C’è poi un aspetto pericoloso, spiegano, dell’interruzione improvvisa della energia elettrica negli impianti di Accord Phoenix

“Molte porte sono elettriche, così come gli impianti di aerazione dipendono dall’energia elettrica. Tolta la corrente, alcuni lavoratori – ad esempio quelli che a fine turno erano nelle docce – sono rimasti chiusi dentro. È stato necessario sganciare le porte elettriche e allontanare i lavoratori, chiamando i Vigili del Fuoco per i processi relativi alla dispersione delle polveri”.

Quella che si vede in fotografia è una macchina per la triturazione delle lampade a neon: il sistema di aspirazione non funzionava più e le polveri si sono disperse nell’ambiente

accord phoenix macchina triturazione lampade neon

Pollini (resp. finanziario Accord Phoenix): finora pagati 1milione 100 mila euro per housing, uno sopra all’altro

Prende poi la parola Michele Pollini, responsabile finanziario: “Abbiamo acquistato nel 2016 il capannone di Accord dal Comune e da un’azienda privata. Abbiamo due contratti di housing per due porzioni di capannone: sono 500.000 euro complessivi. Su una porzione, paghiamo un canone per servizi di housing pari a 400.000 euro, per l’altro ne paghiamo 90.000 euro. Questo è inspiegabile e su questo abbiamo cercato di trovare una soluzione.

È prevista peraltro, ulteriormente, l’esclusività: non possiamo avere un altro fornitore oltre a loro che, inoltre, non sono un fornitore di energia elettrica. Ci riaddebitano energia che prendono dai fornitori nazionali. Finora abbiamo corrisposto 1milione 100mila euro di housing.” Iva esclusa.

“Finora per l’energia elettrica sono stati pagati 260.000 euro (senza Iva): un’azienda come questa è considerata un’industria e avrebbe diritto ad avere una applicazione dell’Iva al 10% anzichè al 22%. Se ci fossimo approvvigionati direttamente, avremmo avuto degli sconti sulle imposte”.

accord phoenix macchina triturazione lampade neon

Costantemente sotto minaccia di distacco della corrente:

“Abbiamo ricevuto decine di minacce di distacco della corrente: immaginate solo che i canoni sono pagati in via anticipata, ancor prima di usufruire dei servizi. Dopo cinque giorni dall’emissione della fattura, si entra in mora per i prossimi tre mesi. Una minaccia continua e costante. Abbiamo chiesto più volte a Neon Appalti di dettagliarci le spese: ma non abbiamo mai avuto una risposta. Siamo peraltro in fase di chiusura del contratto di sviluppo di Invitalia, da cui ha ricevuto solo 4milioni e 400mila euro” specifica Pollini “impiegati direttamente per pagare investimento e fornitori”.

La conferenza stampa nella diretta de Il Capoluogo