L’Aquila, guerriglia tra forze di centrosinistra nella crisi in Comune

19 marzo 2019 | 08:03
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L’Aquila, guerriglia tra forze di centrosinistra nella crisi in Comune

Tutti contro tutti. Dopo le dimissioni di Biondi, è guerra interna tra le varie anime del centrosinistra. Aspre critiche a Il Passo Possibile

Se il centrodestra non è in gran forma, visti i litigi e le discussioni tutte interne ai partiti della maggioranza del Comune dell’Aquila, non sta certo meglio la coalizione (o quello che ne rimane) di centrosinistra, che nel 2017 aveva sostenuto la candidatura a Sindaco di Americo di Benedetto con una compagine definita allora “civico-progressista”.

Crisi di maggioranza, Biondi traballa e c’è chi fa un “Passo Possibile” verso di lui

Dopo un anno e mezzo di guerre intestine, più o meno velate, il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi non ha retto più ed ha rassegnato le dimissioni, con la scusa dei 10 milioni di euro per chiudere il bilancio a fronte delle maggiori spese e delle minori entrate dovute al sisma 2009. Soldi che, come ha confermato il sottosegretario Crimi, arriveranno in settimana con il “Decreto Catania”. Ha teso la mano a Biondi, nel maggior momento di crisi della propria maggioranza, proprio l’avversario al quale aveva strappato la vittoria nel 2017: Americo Di Benedetto. Il portavoce del Passo Possibile, consigliere comunale e consigliere regionale, ha con un comunicato stampa lanciato la sua offerta a nome del gruppo consiliare più numeroso dell’opposizione:

«Biondi predisponga una proposta di governo che affronti le priorità improcrastinabili, presentando una squadra di elevata competenza non riconducibile a nessuna delle forze politiche presenti in Consiglio Comunale. Questa è l’unica ipotesi sulla quale Il Passo Possibile sarebbe disposto a valutare una sua diversa posizione“.

Parole chiarissime: per Di Benedetto se Biondi decidesse di mettere in piedi un governo “tecnico”, il Passo Possibile sarebbe pronto a sostenerlo.

Maretta nel centrosinistra, il segretario regionale del PD contro la posizione di Di Benedetto

Non l’hanno digerita bene in casa Partito Democratico la mano tesa da Americo Di Benedetto a Pierluigi Biondi. Il “Passo Possibile”, infatti”, oltre allo stesso Di Benedetto e agli eletti Paolo Romano ed Elia Serpetti, ha in squadra altri due fuoriusciti del PD: Emanuele Iorio e Antonio Nardantonio. Il Segretario del PD abruzzese, Renzo Di Sabatino, ha accusato il neo eletto consigliere regionale della civica di Legnini, ritenendo inaccettabile la proposta di sostegno al centrodestra. E si è spinto più in là, scrivendo che «Tutto questo non è in linea con il nuovo progetto politico inaugurato durante le regionali e portato avanti sotto la guida di Giovanni Legnini. La strada che abbiamo deciso di percorrere non permette inciuci o accordicchi. In questo momento non possono esserci scialuppe di salvataggio, simili scelte non potrebbero essere giustificate dagli aquilani».

Parole che hanno fatto infuriare lo stesso Di Benedetto, che ha risposto stizzito:

«Porto a conoscenza del “nuovo” Segretario regionale PD che sono stato candidato a Sindaco dell’Aquila non dal PD. Questo lo sanno anche le pietre in città e non solo. Tranne lui». «A L’Aquila non esiste una coalizione di opposizione (fu sciolta il giorno dopo la sconfitta. La mia, chiaramente…) e quindi nessuno, men che meno il PassoPossibile è sotto l’egida, la supervisione e il “direttorio” del PD ancor meno se regionale«. Ed aggiunge: «A L’Aquila città prendo tanti voti quanto tutto il PD messo insieme.A L’Aquila abbiamo problemi ben più importanti da risolvere e, il Segretario regionale PD, con questa sua levata d’ingegno, non contribuisce minimamente a farlo».

Anche Elisabetta Vicini a sostegno di Americo: “Legnini chiarisca se le liste di centrosinistra sono alleate del Pd o dobbiamo aspettarci il fuoco amico”

Anche la consigliera comunale d’opposizione Elisabetta Vicini, eletta tra le fila dei socialisti, interviene in supporto del collega di banco Americo Di Benedetto:

«In merito all’attacco sferrato dal segretario regionale del PD al Passo Possibile, chiedo all’autorevole voce di Giovanni Legnini, tirata in ballo da Di Sabatino, di prendere posizione. Chiarisca se le anime cittadine di centro sinistra distinte dal PD siano da considerarsi alleate da rispettare, pur nelle loro diverse espressioni, oppure antagoniste da aggredire quando si disallineino dalle posizioni PD. Sarebbe utile a ciascuno comprendere, una volta per tutte, se possiamo dialogare o dobbiamo prepararci all’offensiva del fuoco amico ogni qualvolta quelle differenti sensibilità emergano».

Maretta nel centrosinistra, il PD aquilano non ci sta ed interviene per bocca del suo Capogruppo in Consiglio Comunale

Con una lettera aperta indirizzata ai colleghi di opposizione, il Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio a L’Aquila Stefano Palumbo interviene nella guerriglia tra liste civiche e PD.

«Sono stato- scrive Stefano Palumbo –  colui che più di ogni altro in questi due anni ha cercato di tenere unite le due anime interne al PD emerse a seguito delle primarie per le elezioni comunali, fino a dovermi arrendere quando la spaccatura, divenuta insanabile, ha portato alla fuoriuscita dal gruppo consiliare di ben tre consiglieri su cinque. Nonostante questo, ho continuato a lavorare mantenendo un rapporto di collaborazione nei confronti del gruppo del Passo Possibile in cui i consiglieri usciti dal PD erano confluiti, convinto che ci fosse un obiettivo comune da portare avanti, più alto delle divergenze di carattere personale, quello dell’opposizione nel ruolo che i cittadini aquilani hanno democraticamente deciso di assegnarci».

Stefano Palumbo (Pd), la posizione del Passo Possibile mi lascia spiazzato

«La presa di posizione della lista civica a seguito delle dimissioni di Biondi e le dichiarazioni di Di Benedetto in risposta alla nota del segretario regionale del PD e quelle successive della Vicini, però, lasciano spiazzato e perplesso me per primo, determinando una situazione di confusione tra le fila delle forze di minoranza, che va chiarita al più presto. E’ evidente come in Comune, tra i banchi dell’opposizione, esistano due anime, una più di sinistra e un’altra che guarda al centro incarnata dal Passo Possibile. Queste due posizioni sarebbero compatibili e coerenti sia con il progetto politico con cui ci siamo candidati insieme nel 2017, sia con quello messo in campo più recentemente da Legnini nella competizione per le regionali; non lo sono più, è altrettanto evidente, nel momento in cui il sentimento di rivalsa nei confronti del PD e la volontà di essere a tutti i costi alternativi ad esso, sfocia nel consociativismo con il governo più a destra ed inconcludente che la città dell’Aquila abbia mai avuto. Parlo di consociativismo, perché collaborativi si può esserlo anche dall’opposizione; lo abbiamo fatto insieme, ad esempio, proponendo un mese fa in consiglio comunale, senza strumentalizzazioni né vene polemiche ma nel solo interesse degli aquilani, un ordine del giorno per sollecitare il Governo al trasferimento delle stesse somme che oggi Biondi, con imbarazzante ipocrisia, utilizza per giustificare le sue dimissioni, non sapendo in realtà come uscire dalla morsa in cui le forze di maggioranza lo hanno incastrato. Tendergli oggi una mano, non si può non capirlo, produce il duplice effetto da un lato di assecondare la ridicola sceneggiata del Sindaco (che quell’ordine del giorno lo bocciò ergendosi come garante nei confronti del governo) dall’altro di far passare (volutamente?) il resto dell’opposizione come indifferente ai problemi della città rispetto al rischio ipotetico di un fantasioso commissariamento dell’ente comunale. Tutto questo non è sinceramente accettabile».

Maretta nel centrosinistra, per Stefano Palumbo (Pd) i consiglieri Iorio e Romano (Passo Possibile) non hanno rispettato la parola data

«Ci eravamo lasciati mercoledì con una presa di posizione unitaria esplicitata all’interno di una conferenza stampa congiunta, con il consigliere Iorio e il capogruppo Romano a chiedere inderogabilmente le dimissioni dell’esecutivo cittadino. Dopo solo due giorni si è assistito, invece, ad un repentino cambio di rotta con un sostegno non richiesto offerto a chi, in due anni, con arroganza e superiorità ha evitato sistematicamente il confronto democratico con le forze di minoranza impedendo ad esse qualsiasi contributo all’interesse collettivo. Un appoggio offerto rispetto a quale progetto, a quali obiettivi, a quali interessi? Un appoggio giustificato, tra l’altro, ritenendo sciolta, dal giorno dopo le elezioni, la coalizione civico progressista “Vivendo L’Aquila”».
«Perché il punto è proprio questo. Quasi 300 persone, espressione di raggruppamenti politici e civici diversi hanno sostenuto, candidandosi, un progetto politico alternativo nel merito e nel metodo a quello di Biondi, con una proposta che in questi due anni, purtroppo, non siamo stati capaci di contrappore a quella debolissima dell’amministrazione; una responsabilità di cui, però, chi quel progetto lo ha incarnato in campagna elettorale a capo di una coalizione, si dovrebbe oggi, in primis, far carico. Si fa opposizione non per osteggiare chi governa ma per affermare una visione diversa sul futuro della città, abdicare a farlo in attesa del primo scivolone della maggioranza significa rinunciare alle proprie idee e, nel caso dell’Aquila, significa assecondare un atteggiamento cinico che ha visto gli attuali amministratori utilizzare i propri ruoli esclusivamente come trampolino di lancio per le proprie carriere politiche. La nostra città merita molto di più e non quel pochissimo in più che si vorrebbe dare con un appoggio esterno».
«Amici, ve lo dico senza infingimenti, i tatticismi fanno parte della politica, ma il vostro distinguo dal resto dell’opposizione è stato un errore che rischia solo di rafforzare la maggioranza nel suo momento di maggiore debolezza, facendo passare in secondo piano il teatrino che portano avanti da mesi, e spaccare gratuitamente noi, non avendo per altro la capacità di procurare alcun beneficio alla città. Due anni di errori ed incomprensioni non possono produrne altri; intelligenza ed amore per la città imporrebbero di superare le divergenze personali in favore di una rinnovata alleanza. Solo così si può ripartire insieme, ognuno con le proprie posizioni, nella costruzione di una vera alternativa a questa deludente amministrazione. Con trasparenza, sulla base di valori comuni e secondo una visione condivisa, solo così si può fare veramente il bene della città».

La pietra tombale la mette Massimo Cialente, ex sindaco della città, che in una lunga nota dedicata al momento difficile del consiglio comunale, quando parla della sua area di appartenenza politica sbotta:

L’opposizione di centrosinistra non esiste, semplicemente non esiste, non è mai esistita, guidata, tranne poche eccezioni, da un solo obiettivo: quello di conquistarsi un predellino sull’autobus di una trasversalità, in parte generazionale, per giocarsi tutti insieme qualche scampolo di clientelismo e sottopotere”.
E ancora:
“Da un lato “il granello per bloccare il meccanismo”, dall’altro “educazione ed amore”.
Lo stesso ballottaggio è stato farsesco, inspiegabile.
Quando manca la politica, si va avanti alla giornata. Senza etica della responsabilità, senza valori fondamentali, senza distinguo.
Leggo che alcuni consiglieri di opposizione sarebbero pronti a sostenere Biondi con una giunta tecnica. A parte che la città ha bisogno di politica e non tecnici, ma qualcuno si è posto il problema di quale sia l’impostazione che sinora Biondi ha avuto?
Solo politiche di destra e xenofobe. Ma quegli ordini del giorno vergognosi?
Un commissario sarebbe mille volte meglio, almeno porterebbe avanti tutti i lavori oggi bloccati.