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L’Aquila, commercianti del centro storico: le ragioni della protesta

21 marzo 2019 | 07:05
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L’Aquila, commercianti del centro storico: le ragioni della protesta

Oggi la protesta dei commercianti del centro storico. “Lo scorso dicembre ha confermato che il centro lavora. Ci sono però delle esigenze che devono essere ascoltate”

Ad alzare la voce sono i commercianti che, dopo il sisma del 2009, hanno deciso di restare o tornare in centro storico, o almeno tra le macerie di ciò che ne restava.

Il centro storico a L’Aquila ha un significato particolare: non è soltanto il cuore battente di una città ferita che tenta di ripartire, ma è soprattutto la sintesi delle scelte e degli errori dell’immane ricostruzione post sisma del Capoluogo di regione.

A dieci anni dal 6 aprile – denunciano i commercianti del centro storico- si paga lo scotto di una situazione insostenibile fatta di scelte scoordinate e, troppo spesso, sbagliate.

I commercianti sono stati autorizzati a rientrare in centro prima con delle autorizzazioni temporanee in palazzi danneggiati, poi nelle prime aree ricostruite, adiacenti alle zone rosse; poi a distanza di 5 anni dal sisma si sono visti chiudere le strade per il passaggio dei tunnel dei sottoservizi e, ancora oggi, fanno i conti con problemi insormontabili dovuti alla contemporaneità della ricostruzione.

centro, corso federico II

“Centinaia di macchine, mezzi pesanti e furgoni riempiono le strade del centro, proprio nelle ore in cui i nostri negozi sono aperti – spiega a Il CapoluogoUgo Mastropietro, uno dei 90 commercianti del Centro Storico che si sono uniti intorno agli stessi problemi ed alle stesse istanze -, troppo spesso camion e furgoni parcheggiano davanti alle vetrine dei negozi, senza curarsene.
Il centro storico sarebbe chiuso al transito, ma la ricostruzione consente permessi agli addetti e costituisce un freno alla ripresa della vita cittadina in centro.
Sedersi su una panchina in piazza Palazzo significa guardare il muso delle auto o dei camion.
Non ci sono parcheggi, sufficienti e comodi, per gli utenti’.

Ieri mattina, all’interno dello storico esercizio commerciale Manzi, nel cuore più antico del Capoluogo, si è svolto un incontro, con la partecipazione di quei commercianti che, oggi, giovedì 21 marzo, se vorranno aderire all’appello di Francesca Manzi, scenderanno in strada perché “sfiniti”.

La manifestazione di protesta, che vedrà il gruppo dei commercianti ritrovarsi in Via Verdi n.2, proprio presso il negozio Manzi, partirà dalle ore 11, come già annunciato dal Capoluogo. Alcuni fra i commercianti del centro storico non parteciperanno alla manifestazione, pur condividendo le istanze di chi protesta.

Una netta presa di posizione, da parte di chi continua a scegliere L’Aquila e le sue possibilità ogni giorno, in contrasto, invece, con chi abbandona il centro storico in rinascita.

Troppo spesso, infatti, il Centro Storico dell’Aquila è stato denigrato.

“La realtà – affermano dal Gruppo commercianti alla redazione del Capoluogo – è che i nostri negozi sono in crescita del 30-40%. Sono in totale 90 i negozi del Gruppo commercianti centro storico che si sta riunendo intorno ad istanze ben precise. Abbiamo bisogno di interlocutori e di soluzioni”.

Il Gruppo commercianti centro storico fa appello agli amministratori della città.

«Lo scorso dicembre ha confermato, con i dati raccolti, che il centro lavora e che ha, quindi, un grande potenziale – continuano i Commercianti – Ci sono, tuttavia, delle esigenze: chi amministra ha grandi responsabilità sulle spalle e dovrebbe ascoltare le istanze di chi ha scommesso sul centro storico di una città ferita, attraverso investimenti importanti».

sottoservizi

Commercianti e disagi legati alla ricostruzione a macchia di leopardo e con la filosofia ‘del tutto com’era e dov’era’.

«Restare in centro per noi vuol dire – continuano dal Gruppo commercianti – fare i conti, ogni giorno, con una lunghissima ricostruzione che procede a macchia di leopardo. Senza parlare, poi, degli ennesimi lavori, finalizzati al posizionamento dei sottoservizi o della fibra. Camion, ruspe, rumori e spazi ingombrati sono ormai la normalità.

Si pensa, poi, a restituire ai palazzi la loro veste originaria, il loro decoro, e non ci si preoccupa, invece, di coprire palazzi come il Convitto e la Biblioteca provinciale che affacciano sui Quattro Cantoni con i puntelli e l’erba che cresce tra le crepe.

Per non parlare dell’annoso problema dell’assenza di parcheggi reso ancora più insostenibile dalle necessità della ricostruzione.
Due mondi che non si sposano tra loro, ma che si ostacolano se lasciato senza regole.
Vetture, operai, furgoni, non sono altro che un ulteriore ostacolo che aggrava l’assenza di posti auto».

L’accoglienza ed il decoro al centro delle iniziative

«Fondamentale per l’obiettivo di rivitalizzare il centro storico dell’Aquila l’immagine che della zona si restituisce alla città intera e i servizi che il centro stesso può offrire. Ecco perché chiediamo che vengano posizionati dei cestini per i rifiuti, fioriere e tutto quanto necessario a rendere attrattiva e fruibile la nostra città.
A livello di collegamenti urbani, servirebbero bus e navette, che conducano i cittadini fino in centro». Tra le proposte avanzate dal Gruppo Commercianti del centro anche la creazione di parcheggi esterni per i commercianti stessi, o per chi ne volesse usufruire, avendo a disposizione, poi, il trasporto navetta, anche e soprattutto per gli addetti alla ricostruzione che andrebbero accompagnati in centro e ripresi a fine lavoro, onde evitare lo stazionamento di auto e furgoni dalle 8 alle 18.

Resta incomprensibile come non si sia pensato di organizzare dei parcheggi sotterranei in contemporanea alla chiusura e alla ricostruzione del centro storico.

centro

«Ripartire, intanto, dalla comunicazione: attraverso Infopoint in Piazza Duomo e non solo, maggiori sistemi di ricettività.
Non ci sono servizi per i turisti, non ci sono spazi dedicati ai camper. L’Aquila non è una città attrattiva in questo momento è noi siamo lasciati da soli». Di pari passo, quindi, ad una ricostruzione materiale, camminano esigenze, nuove e vecchie, perché il centro storico torni ad essere quello di un tempo e, chissà, anche qualcosa in più.

«O ci aiutate, o ci restituite i soldi e ce ne andiamo». O bianco o nero, non sembra esserci più spazio né tempo per eventuali mediazioni. «Siamo consapevoli che le nostre richieste richiedano tempo per essere soddisfatte, ma abbiamo bisogno di essere ascoltati», concludono dal Gruppo commercianti.