Paolo Aquilio, l’eroe di Special Olympics torna da Abu Dhabi con l’argento

Ritorno da eroe per Paolo Aquilio, dopo l’argento agli Special Olympics di Abu Dhabi. Un aquilano a rappresentare la nazionale, riabbracciato dalla città.
Un anno di preparazione, a colpi di pallacanestro, poi l’esperienza mondiale per Paolo Aquilio, con l’Italia Basket.
Nel pomeriggio di oggi l’abbraccio della città al campione aquilano all’Emiciclo e nel verde della Villa Comunale, tra sorrisi di bentornato a casa e bandiere in festa.

Paolo, un giovane aquilano, era partito lo scorso 14 marzo. Come e con lui oltre 7mila atleti, provenienti da ogni parte del mondo, che si sono messi alla prova ciascuno nella propria disciplina sportiva. Protagonista dell’intero evento lo sport unificato, con gare, fianco a fianco, di atleti con e senza disabilità intellettive. Tra gli sport praticati, oltre al basket, anche il bowling, il calcio e la pallavolo.

Un pallone per abbattere il muro di stereotipi e pregiudizi, ancora radicati nella società contemporanea. Lo ha fatto Paolo, scelto tra tanti atleti in tutta Italia non soltanto per le proprie qualità tecniche, ma, anche e soprattutto, per il percorso di autonomia che ha realizzato in questi anni.
Un giovane aquilano a rappresentare l’Italia, assieme ai suoi compagni del team nazionale, per un sogno che si realizza, anche a chi è stato al suo fianco e lo ha seguito fino all’altro capo del mondo. «Paolo è stato accompagnato dai suoi coach nazionali. Nei primi giorni è stato con la delegazione italiana, noi invece, io, come direttore regionale Special Olympics, i suoi genitori e Luigi, suo fratello gemello, lo abbiamo raggiunto dopo una settimana. Vivere questa esperienza con le persone a lui più care è stato fondamentale per Paolo, a cui non è mancato il giusto supporto per un evento di risonanza mondiale», racconta Guido Grecchi, direttore regionale Special Olympics Abruzzo.

«Paolo non è mai stato solo e probabilmente la forza di chi ha fatto il tifo per lui lo ha spinto a dare il massimo, in ogni gara. L’Aquila intera lo ha accompagnato: basti pensare che prima di ogni partita riceveva videomessaggi di carica e di incoraggamento. Un calore ricambiato attraverso dediche e un senso della responsabilità onorato fino alla fine della competizione».
Qual è stato, però, il momento più emozionante del viaggio di vita di Paolo? Guido Grecchi non ha dubbi. «L’abbraccio con lo sceicco, una personalità distinta, dall’apparenza molto severa e fredda. Il sorriso di Paolo e degli altri atleti, invece, è riuscito a coinvolgerlo nello spirito di un’iniziativa nata per unire, grazie all’investimento di risorse economiche, umane e organizzative dei Paesi arabi, a capo di un evento destinato a cambiare le prospettive dell’intero paese». Paolo ha vinto allora non una, ma mille volte.