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Japan 4 L’Aquila, rinascere dieci anni dopo sull’esempio del Giappone

28 marzo 2019 | 14:59
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Japan 4 L’Aquila, rinascere dieci anni dopo sull’esempio del Giappone

Japan 4 L’Aquila porterà in città una serie di eventi, tra arte, cinema e musica, per sostenere la causa della rinascita. In programma: concerti, mostre artistiche e donazioni di bambole.

Cultura per interculturalità. Questa l’operazione alla base del progetto, finalizzato a promuovere una sinergica stretta di mano, anche e soprattutto solidale, tra Italia e Giappone.

La serie di eventi, gratuiti ed aperti a tutti, sarà nutrita dall’obiettivo comune di segnare, simbolicamente, la volontà di rinascita, a dieci anni dal terremoto. Promotore dell’iniziativa l'”Associazione Giappone in Abruzzo dal Fuji al Gran Sasso“, figlia di un ideale gemellaggio L’Aquila-Japan. Quattro principali eventi e quattro forme artistiche che dal Sol Levante arriveranno in città per contribuire alla rinascita culturale di un territorio ancora e per sempre ferito nell’anima.

Volontariato e solidarietà al centro dell’intero progetto, che pone l’accento sul forte senso di appartenenza e di resilienza al dolore che ha avuto la gente colpita dal sisma.

Japan 4 L’Aquila, gli eventi in programma.

Ricco e variegato il programma del contenitore di eventi, che aprirà i battenti il 30 marzo, alle 18,30, con il concerto del coro giapponese “En”, la panista e direttrice Mami Odagiri, il coro aquilano “Armonie d’Argento” e la corale “Francesco Urbano” di Fara Filorum Petri. Appuntamento d’apertura nella Basilica di San Bernardino da Siena. Alle 22, invece, presso L’Irish Pub di Pianola, il concerto del gruppo Punk giapponese “Vaiwatt”, che ha deciso di regalare all’Aquila una delle tappe del proprio tour europeo.

locandina japan 4 l'aquila

Oltre alla musica per il 30 e 31 marzo, per le intere giornate, nella cornice del Palazzetto dei Nobili ci sarà l’esposizione di quadri tridimensionali, realizzati in carta di riso e pittura a inchiostro, dall’artista giapponese Ayami Noritake. L’artista sarà, inoltre, protagonista di un workshop interattivo, attraverso il quale mostrerà le sue tecniche di lavorazione e il processo creativo legato alle sue opere. Sempre il Palazzetto dei Nobili ospiterà le bambole in cartapesta “Koboshi”, simbolo di perserveranza e resilienza, perché pur essendo colpite, in virtù del loro materiale di costruzione, tornano sempre in piedi. Bambole – 99 per la città delle 99 cannelle – dipinte dai bambini delle scuole elementari di Iwaki, che saranno donate alla scuola media statale dell’Aquila “Dante Alighieri”.

Poi il docu-film “Sukagawa – Un passo verso la ricostruzione”, firmato dal regista giapponese Kaneyama e sottotitolato in italiano, che sarà proiettato in una delle stanze del Palazzetto dei Nobili. L’opera racconta il tremendo terremoto che colpì la città giapponese di Sukagawa, il più forte sisma che la storia ricordi, e mostra i passi sulla strada della ricostruzione.

Domenica dimostrazioni dell’arte della spada, arma per eccellenza della tradizione nipponica, e per concludere lezioni di lingua giapponese.

Japan 4 L’Aquila, un progetto firmato dall’associazione Giappone in Abruzzo.

L’intero progetto, frutto di un lavoro di due anni, tra tessitura di relazioni e contatti con le realtà giapponesi e le associazioni partner in Abruzzo, porta avanti l’attività che persegue l’associazione Giappone in Abruzzo, nata nel 2013, per promuovere la diffusione della cultura giapponese sul territorio regionale. Del resto, oltre i chilometri di terra, mari e oceani, a separare i due mondi, c’è il filo, invisile, di un triste destino comune ad unire indissolubilmente le distanti realtà.Tutto, in questo caso, per L’Aquila, che si rialzerà in piedi, proprio come una bambola Koboshi.

L’evento – nato dall’incontro di Aya Asami, attiva nella promozione della conoscenza dell’Abruzzo in Giappone, e Andrea Tarquini, dirigente AIDA – ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata del Giappone, della Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo, dei comuni de L’Aquila, Fara Filiorum Petri, di San Demetrio ne’ Vestini e della Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila.