L’Aquila 2009, le scosse della paura e l’apertura del sipario sulla Commissione Grandi Rischi

Dieci anni fa la riunione a L’Aquila della Commissione Grandi Rischi per tranquillizzare la popolazione dopo le scosse del 30 marzo.
L’AQUILA – Il 31 marzo 2009 si riunì nel capoluogo abruzzese la Commissione Grandi Rischi per spiegare agli aquilani che non c’era nulla da temere. Il giorno prima diverse scosse, tra cui la più potente di magnitudo 4.0 alle 15:38, avevano spaventato la popolazione, che si era riversata nelle piazze e negli spazi aperti.
Ci aveva pensato prima la Protezione civile a calamare gli animi: “Secondo l’Ingv, ente preposto alla sorveglianza della sismicità del territorio nazionale, le scosse avvertite dalla popolazione in data odierna fanno parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell’aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione”. Tutto normale, ma la paura cresceva, per cui su il sipario sulla Commissione Grandi Rischi, che esattamente 10 anni fa si riunì nel capoluogo abruzzese. A Palazzo Silone i massimi esperti nazionali si confrontarono per stabilire che “non c’è nessun motivo per dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento”. Tristemente nota la successiva intervista al vice capo del settore tecnico operativo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis: “Non c’è un pericolo… io l’ho detto al sindaco di Sulmona” e poi quella battuta sul bicchiere di Montepulciano.
La storia dei giorni successivi è nota, anche quella giudiziaria, con De Bernardinis “unico colpevole”, per quella “comunicazione di contenuto inopportunamente e scorrettamente tranquillizzante“, come scrisse la Corte di Cassazione confermando la condanna a 2 anni per omicidio colposo e lesioni. Assolti gli altri imputati del processo. Resta l’amaro in bocca e il sospetto che tutta la riunione della Commissione Grandi Rischi sia stata una operazione di “comunicazione di contenuto inopportunamente e scorrettamente tranquillizzante”. Ma serviva un capro espiatorio ed è stato trovato.
(foto Luigi Baglioni: gli aquilani in piazza dopo la scossa del 30 marzo 2009)