L’Aquila, Fabrizi: “Ancora 10 anni per la ricostruzione pubblica e 4 per quella privata”

Sisma L’Aquila: Fabrizi nel convegno a Roma “ricostruzione troppo lenta”, per il Sottosegretario Beni Culturali Vacca “quella privata è più veloce”
«Per la ricostruzione privata, che potrà avvenire in modo completo tra 4 o 5 anni, c’è un fabbisogno di oltre un miliardo e 800mila euro. Sulla pubblica, che potrebbe richiedere anche altri dieci anni, il discorso invece è complesso e bisogna lavorare sulle normative». Lo ha detto l’assessore per la ricostruzione del Comune de L’Aquila, Vittorio Fabrizi, il quale oggi ha partecipato ad un convegno a Roma dal titolo “A dieci anni dal sisma de L’Aquila”
Ricostruzione, Fabrizi e Vacca a Roma per l’incontro “L’Aquila, dieci anni dopo il terremoto”
La ricostruzione pubblica nelle zone del terremoto de L’Aquila, a dieci anni dal sisma, procede troppo a rilento. E’ una delle problematiche su cui si è concentrata l’iniziativa “L’Aquila, dieci anni dopo il terremoto“, che si è svolta alla Casa dell’Architettura di Roma e a cui hanno preso parte i protagonisti della ricostruzione.
L’evento ha rappresentato un confronto trasversale tra luoghi, esperienze, settori e professionalità.
«C’è da fare ancora molto per quanto riguarda la ricostruzione. – ha detto il sottosegretario di Stato ai beni Culturali Gianluca Vacca – Quella privata è andata avanti più velocemente rispetto alla pubblica. Le cause sono dovute al caos normativo, alla carenza di personale negli uffici e alla troppa burocrazia, che rallenta tutto. Il nostro obiettivo è quello di semplificare la normativa, dotare le strutture di personale, ma anche ricostruire il tessuto sociale. Per questo quest’anno abbiamo previsto una serie di iniziative culturali per mettere in rete i siti recuperati e valorizzare le bellezze architettoniche e museali restaurate». Il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma dell’agosto 2016, Paolo Iannelli, ha sottolineato che L’Aquila rappresenta comunque un esempio «per l’approccio di riferimento con gli edifici culturali, che rende compatibile un modello di sicurezza con quello di tutela». Per il presidente dell’Ordine degli architetti di Roma, Flavio Mangione, «la parola ricostruzione da sola non basta, è necessario ricostruire mettendo al centro la qualità del progetto»