L’Aquila dieci anni dopo, tornate a visitarla: amerete la nostra gente tenace

Dieci anni dopo, la riflessione del nostro Direttore Roberta Galeotti.
Sulla testata sportiva Tuttosport, il commento del Direttore Responsabile de IlCapoluogo.it Roberta Galeotti.
«Le luci si sono riaccese sul grande cantiere dell’Aquila, il più grande cantiere d’Europa. Sono trascorsi dieci lunghissimi anni. L’erba è cresciuta sulle macerie di tante case e l’odore di muffa e umidità emana dalle cantine di tanti palazzi ancora abbandonati. Molti edifici storici del centro, però, sono stati ricostruiti e sono una consolazione per gli occhi: bellissimi, eleganti, puliti tra tante gru e macerie intorno. Gli aquilani, storditi ed increduli, vanno avanti. Cercano un’apparente normalità in una vita stravolta. Famiglie straziate che non trovano pace, tradite dalle loro stesse case. Vuoti incolmabili, silenzi assordanti. L’Aquila è di nuovo al centro dell’attenzione internazionale. Telecamere accese ed è di nuovo ribalta. Non siamo storditi come 10 anni fa. Non siamo carichi di adrenalina per la consapevolezza di essere vivi. Non abbiamo più nostalgia della nostra vita, semplicemente perché l’abbiamo dimenticata! Siamo degli zombi, carichi di rabbia e, allo stesso tempo, di forza. Siamo angosciati per quelle famiglie devastate e per chi non ce l’ha fatta: madri abbracciate ai figli, sorprese e rapite nel sonno. A dieci anni di distanza, semplicemente, vorremmo non pensare al nostro anno zero. Le immagini di quel maledetto giorno scorrono sui canali televisivi, ma noi non vogliamo vederle! Guardare quello che ci è successo, significa riaprire una ferita profonda e fare i conti con una consapevolezza dolorosa. Abbiamo conosciuto il calore degli italiani ed il valore della solidarietà. Venite a visitare L’Aquila, le sue straordinarie bellezze. Pietre scolpite nel dolore di una terra che da e che toglie. Pietre che parlano. Una città antichissima, sopravvissuta alla devastazione dei terremoti, voluta da papa Celestino V e costruita da saggi maestri che hanno intagliato e cesellato pietre e portali di tante chiese e palazzi. Un luogo magico che racconta di sapori antichi e di natura incontaminata. Dalla vetta del Gran Sasso al mare adriatico in meno di un’ora. L’Aquila ha bisogno di riprendere a sorridere e di essere tenuta presente nella memoria degli italiani»