Sanità Abruzzo, fuori dal commissariamento ma servizi ridotti all’osso

18 aprile 2019 | 07:42
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Sanità Abruzzo, fuori dal commissariamento ma servizi ridotti all’osso

Quadro a tinte fosche della sanità in Abruzzo quello immortalato dal report dell’economista Aldo Ronci: impennata della spesa farmaceutica e diminuzione dei ticket perchè tanti abruzzesi hanno rinunciato, per motivi economici, a curarsi.

Il quadro dipinto dall’economista Aldo Ronci sulla Sanità in Abruzzo è a tinte fosche.

“Martedì scorso si è svolto il Consiglio Regionale nel quale l’assessore alla Sanità Verì ha comunicato che il Tavolo di Monitoraggio ha dichiarato che i conti della Sanità Abruzzese sono in ordine” dice Ronci.

“Da chiarire che il fatto che i conti della Sanità Abruzzese siano in ordine ai fini della cessazione del Commissariamento non significa che la quantità e la qualità dei servizi del Sistema Sanitario Abruzzese siano soddisfacenti”.

Nel report di Ronci “Le tre priorità della Regione Abruzzo” l’economista analizza i conti economici predisposti dalla stessa Regione e delinea i punti critici che si sono venuti delineando dal 2014 al 2017

Sanità Abruzzo, i punti critici: ricorso ai privati e in tanti rinunciano a curarsi

I corrispettivi per i ticket diminuiscono di 7.565.000 (-18,3%) in quanto molti Abruzzesi hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie per motivi economici. La spesa farmaceutica è incrementata di 71.909.000 (+40,1%) e non è tenuta sotto controllo tanto è vero che, secondo l’AIFA, nel 2017 la spesa farmaceutica convenzionata ha fatto realizzare all’Abruzzo il peggior risultato tra le Regioni Italiane.
L’acquisto di prestazioni di sevizi sanitari da privati aumenta di 35.798.000 (9,1%) e continua a crescere in maniera troppo elevata. I costi del personale subiscono un decremento di 12.680.000 (-1,7%) non attuando il
turn over e peggiorando in questo modo la quantità e la qualità dei servizi sanitari. La mobilità passiva interregionale cresce di 10.383.000 (+4,6%) dimostra che il livello dei servizi sanitari non è soddisfacente e , secondo DemoskopiKa, nel 2017 l’indice di mobilità passiva ha posizionato l’Abruzzo al quart’ultimo posto della graduatoria nazionale.
Il costo del management della Sanità Abruzzese è alto tanto è vero che, secondo DemoskopiKa, nel 2017 l’Abruzzo è la quarta in classifica tra le regioni che spendono di più per costi della politica, ovvero per mantenere il management delle aziende ospedaliere, delle aziende sanitarie e delle strutture sanitarie.

Sanità Abruzzo, ridimensionamento e peggioramento della qualità dei servizi sanitari

Ronci ricorda, inoltre, che il piano di riqualificazione della rete Ospedaliera ha comportato “attraverso la messa in atto di tagli lineari, una penalizzazione delle Aree Interne attraverso il declassamento degli ospedali di Sulmona, Atri e Giulianova da Ospedali DEA di 1° livello a Ospedali di base; la chiusura dei punti nascita di Ortona, Penne, Atri e Sulmona; il depotenziamento degli ospedali minori di Tagliacozzo, Pescina, Castel di Sangro, Popoli, Penne, Ortona, Atessa, Gissi e Guardiagrele; la chiusura diffusa su tutta la rete ospedaliera di molti servizi sanitari”

Tutte iniziative che, secondo l’economista, hanno comportato
Il peggioramento della qualità dei servizi sanitari; liste d’attesa per l’effettuazione delle prestazioni sanitarie che hanno tempi sempre più lunghi; assistenza territoriale sempre più carente. Tutto ciò nonostante dal 2014 al 2017, in corso di commissariamento, la spesa complessiva per la sanità sia stata incrementata di 135 milioni mentre i ricavi aumentavano di soli 66 milioni”