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L’Aquila, parco urbano in Piazza d’Armi: accordo tra Comune e ditta

3 maggio 2019 | 10:24
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L’Aquila, parco urbano in Piazza d’Armi: accordo tra Comune e ditta

Piazza d’Armi, Comune e ditta verso l’accordo. Il via dei lavori, annunciato la prima volta cinque anni fa, sembra più vicino.

L’avvio dei lavori, più volte annunciato già dal 2014, sembrerebbe più vicino, ma il condizionale è d’obbligo.

Dalla determinazione dirigenziale 1491 del 30 aprile 2019, sembra sia stato raggiunto l’accordo fra l’ente comunale e la dita aggiudicataria dei lavori. L’impresa, come riporta Il Centro, aveva vinto la gara con un ribasso di oltre il 60%. In questo modo i lavori, da una base fissata a 18 milioni di euro, erano stati aggiudicati a poco più di 10. L’impresa, però, in un secondo momento, ha inoltrato richiesta di ulteriori 5 milioni, in considerazione dell’impossibilità di svolgere i lavori con 10 milioni. Una vicenda, tuttavia, ancora da chiarire.

L’intesa ad oggi sembrerebbe essere stata raggiunta, con Comune e ditta che si sono ritrovati a convergere sulla cifra economica di circa 13 milioni di euro, per il costo dei lavori. La determina ha approvato il progetto a livello tecnico, ma saranno necessari altri passaggi burocratici che richiederanno, inevitabilmente, altro tempo.

Parco Urbano Piazza d’Armi, La storia: il bando dopo il sisma, il progetto, i dubbi

La riqualificazione urbanistica dell’area fu decisa nel 2008, con l’approvazione di un progetto preliminare, in variante al Prg, come ricostruisce Giustino Parisse sul Centro. L’idea era quella di realizzare un grande parco urbano. L’area, per anni di proprietà del demanio militare, dopo la messa in vendita, fu acquistata per poco più di due milioni dal Comune. Il progetto in elaborazione si blocca con il terremoto del 2009. Piazza d’Armi si ritrova ad ospitare la tendopoli e le strutture della Protezione Civile.

Il progetto riemerge nel 2013, quando, al contempo, vengono eseguiti i lavori alla zona Ovest della città. Viene indetto un bando europeo di progettazione, che viene vinto dalla società Modostudio. Una progettazione stimata per una cifra economica pari a circa 20 milioni di euro. Per finanziare il progetto, allora, il Comune partecipa al bando nazionale Piano Città e riesce ad ottenere 15 milioni di euro. Altri 3 milioni, inoltre, arrivano dall’Australia, precisamente dal Comitato Australian Abruzzo, dopo una raccolta fondi tra i cittadini di origine italiana stabilitisi in Australia.Infine 4 milioni giugnono dalla Legge Mancia del Pd, per un totale di 22 milioni di disponibilità economica.

Il progetto definitivo è datato 2014, per un costo minore rispetto alle stime inizlamente effettuate: 18 milioni circa. La gara d’appalto viene indetta nel 2015: la ditta vincitrice dovrà occuparsi anche del progetto esecutivo. Base d’asta stabilita a 18 milioni di euro. A vincere è l’impresa Rialto Costruzioni spa di Caserta, che si dice – sempre secondo quanto ricostruito nell’articolo del Centro – pronta ad eseguire i lavori  per poco più di 10 milioni di euro. Un’aggiudicazione al massimo del ribasso.

I problemi sorgono nel 2017, al momento della presentazione da parte della ditta del progetto esecutivo. Da qui la segnalazione della ditta: 10 milioni non sarebbero più sufficienti, ne servirebbero almeno 15, per interventi di miglioramento inerenti la vulnerabilità sismica della struttura.

È la Pcq, la società incaricata di validare il progetto, a comunicare all’amministrazione comunale la presenza di alcune modifiche nel progetto esecutivo, rispetto al progetto definitivo posto a base di gara. Di conseguenza il Comune ha richiesto alla ditta Rialto Costruzioni spa di conoscere le valutazioni che avevano portatao ad apportare le suddette varianti e, di conseguenza, di presentare un nuovo progetto esecutivo.

Nello stralcio della determina dirigenziale, riportato dal Centro, si legge che lo scorso 16 ottobre, nel corso di una riunione, tra ditta, progettisti, rappresentanti Pcq e del responsabile del procedimento in corso, con i rappresentanti della ditta che avrebbero espresso la volontà di “ricondurre il progetto alle esigenze di esecuzione e cantierizzazione dei lavori, anche con una minore variante riferita a migliorie e alla modifica dei parametri del progetto definitivo, che tuttavia rechi i requisiti di approvabilità nei termini della normativa di legge”. Probabile che il progetto dovrà essere esaminato dall’Anac, l’Autorità anticorruzione.

Lelio De Santis: “Serve chiarezza”.

“La storia del progetto del Parco urbano di Piazza d’Armi, iniziata ormai 10 anni fa e sviluppatasi a tempo di lumaca, che ha un finanziamento di 23 milioni e che prevede diversi interventi di riqualificazione dell’area e la costruzione di un teatro di circa mille posti, – scrive a riguardo il consigliere comunale Lelio De Santis – arriva al punto cruciale nel 2016 con l’aggiudicazione dei lavori e della progettazione esecutiva alla ditta Rialto costruzioni S.p.a. di San Tammaro, Caserta, con un ribasso del 60,53% sul prezzo a base d’asta. Un ribasso esorbitante, che lascia ulteriormente perplessi quando, in sede di progettazione esecutiva, la società aggiudicataria prevede delle varianti in aumento per circa 5 milioni! Naturalmente, la Società PCQ di Ancona, incaricata della verifica della congruità delle Varianti, esprimeva un parere di non conformità.Iniziava allora una serie di incontri a livello tecnico fra la Società Rialto, la Società di verifica e gli Uffici comunali per trovare una soluzione concordata: viene partorito il topolino che accontenta tutti e che mette più soldi a disposizione della Società aggiudicataria. Infatti, a fronte di un ribasso del 60,53% , il quadro economico rimodulato e concordato risulta: 13.060.010,62 per lavori al netto del ribasso; 4.128.970,18 per somme a disposizione, per un totale di euro 17.188.980,80 rispetto al totale dell’importo messo a gara di euro 22.950.548,84. La determina dirigenziale n° 1491 del 30/04/2019 del Comune approva l’intesa. Penso che l’Amministrazione comunale debba riflettere ed approfondire con attenzione tutta la vicenda, che presenta aspetti poco chiari, con la modifica delle condizioni iniziali di gara. In precedenza avevo chiesto all’Amministrazione attiva chiarezza e fermezza, non escludendo la revoca dell’aggiudicazione. Il mio intento, e non solo per questo caso, non è quello di ritardare l’avvio dei lavori, ma di tenere gli occhi aperti e di verificare che tutto avvenga nel rispetto delle norne e delle condizioni di gara. La ricostruzione della città e la realizzazione di opere, come quella di Piazza d’Armi, hanno bisogno di imprese capaci e serie, di tempi certi e celeri, ma anche di trasparenza nelle procedure di affidamento dei lavori. Questo è un dovere che abbiamo nei confronti dei cittadini, che alla politica chiedono correttezza”.