Holo, il primo triangolo olografico: L’Aquila culla di brevetti innovativi

Si chiama Holo ed è il primo triangolo stradale olografico al mondo: l’invenzione è tutta italiana ed il suo destino ha incrociato L’Aquila qualche mese fa. L’intervista.
L’invenzione è tutta italiana ed il suo destino ha incrociato L’Aquila qualche mese fa.
“Ogni anno oltre 7000 persone vengono investite posizionando il triangolo su strade poco illuminate: per questo abbiamo creato Holo”.
A parlare a Il Capoluogo è Fabio Lettieri, creatore di questo triangolo olografico senza dubbi innovativo.
Il progetto è nato nel 2017. Ideale tanto per i motociclisti quanto per automobilisti disabili, Holo può essere fissato con semplicità sul retro di ogni mezzo e proietta a terra un triangolo visibile dai 30 ai 50 metri di distanza, attirando l’attenzione dei veicoli in arrivo grazie alla sua luce intermittente. Holo ha un’autonomia di oltre 5 ore in continuo funzionamento, è compatto (poco più di 5 cm) ed è impermeabile.
Fabio Lettieri, napoletano di origine, 15 anni negli Usa, è un esperto di proprietà intellettuali: marchi e brevetti.
Da un anno circa il Dottor Lettieri è stato scelto dall’Università Cattolica per far parte di un pool di imprenditori importantissimi tra i quali spiccano i nomi di Alessandro Profumo, Sergio Dompe’, Federico Caio, Marco Boione per rilanciare il mondo delle start up a livello Universitario.
“Il mio mondo lavorativo è sempre stato quello dei brevetti e marchi. Mi sono trovato in Abruzzo qualche mese fa per un incontro lavorativo e ho conosciuto Giuseppe Graziosi. In pochi mesi alcuni imprenditori abruzzesi non solo hanno creduto in Holo ma, cosa più importante, hanno gettato le basi per creare un incubatore di brevetti targato l’Aquila.
Com’è nato Holo
“Io sviluppo progetti per le università di tutto il mondo: valuto idee brevettabili, licenziabili e scalabili e con questi presupposti trasformo potenziali brevetti in prodotti da mettere sul mercato. In Europa ci sono circa 5 milioni di auto per disabili e solo in Italia circolano oltre 4milioni di moto e scooter: per queste due categorie non esiste uno strumento di segnalazione come il classico triangolo stradale. Con la tecnologia attuale, ho pensato che qualcosa in più si potesse fare e abbiamo ideato Holo. Ci sono stati dei rallentamenti dovuti alla burocrazia, legati a certificazioni e omologazioni: dopo mesi di test, che per quanto riguarda l’ambito della sicurezza stradale sono molto ferrei, alla fine abbiamo ottenuto l’omologazione a livello europeo”.
A breve dovrebbe partire la distribuzione in Italia di Holo attraverso vari canali: il canale assicurativo, il canale delle concessionarie auto, quello delle auto per disabili e moto e scooter.
“L’idea originaria di Holo era di un sistema per strisce pedonali olografiche: quando attraversi la strada, si crea un ologramma della persona per tutta la lunghezza della strada. Ho chiesto ai miei ingegneri di sviluppare la stessa tecnologia ma su un triangolo, più economico e, soprattutto, ancora non esistente: è importante la creatività commerciale, capire cosa sviluppare anche se non è ancora stata inventata”
L’innovazione che incontra la tradizione: Holo è stato scelto anche come sponsor delle 1000 miglia 2019, trentasettesima rievocazione della storica corsa che si svolgerà dal 15 al 18 maggio.

Sviluppare progetti, con competenze specifiche e spaziando in tutto il mondo: questa l’attività, a 360 gradi, di Fabio Lettieri.
“Oggi nel business ci sono due modi di fare bene: o fai le cose in maniera più economica di altri o fai le cose che gli altri non sanno fare. La crisi economica degli ultimi 10 anni ha fatto sì che le competenze e le professionalità siano diventate di altissimo livello, soprattutto in Asia, quindi non c’è e non ci sarà più spazio per aziende e progetti improvvisati. Il mondo sta andando ad un’altra velocità rispetto all’Italia. Il riscatto sociale per paesi come Cina, Vietnam, Pakistan, India passa dalla preparazione scolastica e posso garantirvi che è una preparazione seria e competitiva, basata soprattutto tutto su materie che il mercato oggi richiede.
Ho un team di collaboratori: l’ossatura è composta da persone che collaborano con me a livello legale e scientifico. Per ogni progetto che acquisto vado poi ad individuare delle competenze che sono eccellenze in quel settore. Questo consente maggiore flessibilità, strutture snelle e più competitività. L’importante in questo lavoro e’ restare curiosi, ambiziosi e umili. Quando i miei collaboratori mi dicono che si trovano in meeting dove sono i più preparati nell’aula, io rispondo loro che devono alzarsi e andarsene perché si trovano nell’aula sbagliata. Sempre confrontarsi con chi può insegnarci qualcosa, solo così si cresce”