Sistema Gran Sasso, il Consiglio regionale si divide sul nulla

Sistema Gran Sasso, oggi pomeriggio l’incontro decisivo. Intato il Consiglio regionale riesce a dividersi anche su punti convergenti.
Nonostante maggioranza e opposizione siano arrivati in Aula con due ordini del giorno sostanzialmente convergenti, non c’è stato modo di arrivare a un documento condiviso sulla questione del sistema Gran Sasso, oggetto poco prima di una conferenza stampa congiunta dei sindaci di L’Aquila e Teramo.

In Consiglio regionale, è stato Giovanni Legnini, per l’opposizione di centrosinistra, a illustrare l’ordine del giorno per il quale è stata convocata la seduta straordinaria. Legnini ha sottolineato due temi principali sul quale verificare la posizione del Consiglio: “Uno di agevole soluzione nel pronunciamento ma di difficile attuazione, ovvero le risorse quantificate in 172 milioni. Quelle risorse non possono che esser attinte dal bilancio Governo nazionale e so che uno dei problemi che sta determinando il rallentamento del provvedimento principale è anche quello di individuare quelle risorse”. Il secondo punto è invece legato al commissariamento: “Se si trattasse ripetere l’esperienza commissariale passata, espropriando prerogative di altre amministrazioni pubbliche, noi non saremmo d’accordo, ma se si tratterà di far nominare dal governo un commissario per l’esecuzione dei lavori, per rendere procedimenti e loro attuazioni tempestivi e al riparo da problemi esecutivi ordinari, non prevedendo deroghe a disciplina ambientale, noi siamo favorevoli”. Sottolineata anche l’importanza di garantire informazione e trasparenza su quello che accadrà “da qui a quando le opere saranno realizzate”.

A illustrare il documento della maggioranza, il vicepresidente della Regione e assessore Emanuele Imprudente, che ha ricordato come “L’Abruzzo non può permettersi un isolamento devastante. La Regione ha fatto e farà l’impossibile per scongiurare la chiusura del traforo”. Imprudente ha poi ricordato “l’inucum” di un sistema che vede convivere “tre infrastrutture strategiche”, l’acquifero, il traforo e i laboratori. “È il momento di risolvere la questione una volta per tutte, sapendo che il sistema non sarà mai realmente a rischio zero. Chiediamo che venga trattato nel suo insieme, per una soluzione che non è deroga alla legge, ma prendere atto di questa condizione particolare e unica. Al momento della nomina, il commissario deve avere fondi e poteri per agire celermente, in maniera che ci sia una forma di trasparenza vera, con la capacità di coinvolgere amministratori e associazioni. Con questo approccio ci siamo mossi e con questo approccio vogliamo arrvare a una soluzione definitiva. Se ci sono le condizioni per un unico documento non è un problema, ma linea di indirizzo è questa”.
Nel dettaglio, il documento del centrodestra impegna il Presidente della Giunta regionale e tutti gli organi regionali competenti a sollecitare il Governo in merito all’accertamento della condizione di emergenza connessa alle criticità relative alle interconnessioni tra il traforo autostradale del Gran Sasso, i Laboratori dell’INFN, le captazioni ad oso potabile e, più in generale, l’acquifero del Gran Sasso, richiedendo la nomina di Commissario Straordinario e lo stanziamento dei fondi necessari. Impegna inoltre a richiedere al Governo e, in particolare, al Ministero delle Infrastrutture e alla Società concessionaria Strada dei Parchi ogni misura atta a scongiurare la chiusura della galleria del Gran Sasso, anche attivandosi autonomamente per quanto di competenza, una normativa ad hoc sul tema dell’applicabilità dell’articolo 94 del Decreto legislativo 152/2006 alla specificità del sistema di captazione di acque destinate al consumo umano dal sistema idrico del Gran Sasso e confermare e aggiornare il rispetto del Protocollo d’Intesa stipulato il 07/09/2017.
Un indirizzo certamente compatibile con l’ordine del giorno formulato dall’opposizione, se non nella parte relativa alla nomina del commissario. Sandro Mariani (Pd) ha chiesto che il governatore Marco Marsilio chieda al Governo di ricoprire il ruolo, in funzione di maggior raccordo con l’ente regionale. Da parte sua, Marsilio ha dichiarato di essere disponibile a fare il commissario, ma senza “pregiudiziali” di sorta. Insomma, se il Governo vuole, è disponibile, altrimenti nessuna pressione. Tenuto conto che la questione è di competenza del governo nazionale, forse uno sforzo in più per far parlare il Consiglio regionale con una sola voce forse si poteva fare.
Ad ogni modo, questo l’unico nodo politico che non ha permesso la condivisione all’unanimità. Fatta salva la posizione del Movimento 5 Stelle, per il quale, come sottolineato da Sara Marcozzi, la questione “è superata” e il Governo, con il ministro Toninelli, si è già attivato per risolvere la questione, non rilevando necessità di “pressioni” a livello regionale: “Ieri Strada dei Parchi e Mit hanno detto che il traforo non chiuderà“.
Insomma, con l’astensione a entrambi i documenti da parte del M5S, maggioranza e centrosinistra si sono votati i propri ordini del giorno.
A questo punto non resta che attendere l’esito degli incontri di oggi pomeriggio a Roma, a cui parteciperanno il governatore Marsilio e il vicepresidente Imprudente, per certificare la chiusura della crisi per quanto riguarda il rischio chiusura del traforo. Rimane aperta la partita della messa in sicurezza, per cui – oltre alla nomina del commissario – si attende lo stanziamento di 172 milioni di euro.

Da registrare, in finale di seduta, la pacata contestazione di una signora che ha mostrato un cartello con la scritta: “In Abruzzo si attua la sicurezza dell’ambiente, derogando alle leggi sull’ambiente. Imprudente di nome e di fatto”.