Vittime sisma, tra lungaggini e richieste provvisionali, i familiari contro lo Stato

A 10 anni dal terremoto, le famiglie delle vittime continuano a combattere per ottenere giustizia. Due nuove udienze fissate in ottobre e in dicembre per i parenti di Ilaria Rambaldi e Luigi Cellini.
A 10 anni dal terremoto, i familiari di 2 delle 309 vittime sono costrette a difendersi ancora in giudizio contro richieste di restituzione di provvisionali e messe in mora e a combattere per ottenere giustizia.
Due nuove udienze fissate in ottobre e in dicembre per i parenti di Ilaria Rambaldi e Luigi Cellini.
Vittime sisma, l’anno del decennale si apre con le cause contro i familiari
L’Aquila – Il decennale del terremoto dell’Aquila si era aperto con lo causa dello Stato contro i familiari delle vittime.
L’anno in cui ricorre il decimo anniversario del terremoto dell’Aquila si era aperto con una nuova udienza, il 14 gennaio, in tribunale a L’Aquila, dove pendevano ancora le cause che la Presidenza del Consiglio ha intentato contro le famiglie delle vittime.
L’avvocatura dello Stato, che rappresenta la Presidenza del Consiglio, aveva richiesto la provvisoria esecuzione per somme dai familiari contestate in toto.
«Tutto questo è segno dell’accanimento con cui lo Stato persegue questo giudizio e le famiglie delle vittime del sisma del 2009.»
Vittime sisma, la battaglia della famiglia di Ilaria Rambaldi
Così aveva dichiarato l’avvocato Maria Grazia Piccinini, di Lanciano (Ch), mamma di Ilaria Rambaldi, una delle 309 vittime del terremoto dell’Aquila e presidente della Onlus che porta il nome della figlia.
«Con a capo Matteo Renzi, la Presidenza del Consiglio ha chiesto la restituzione della provvisionale data in seguito al processo alla commissione Grandi Rischi. Processo che in via definitiva ha visto la condanna dell’ex vicecapo della Protezione civile Bernando De Bernardinis, che ha avuto 2 anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni in relazioni alle rassicurazioni infondate date alla popolazione aquilana alla vigilia del sisma. Lo Stato, dopo la sentenza di primo grado, in cui erano stati condannati tutti i membri della commissione, aveva elargito provvisionali. A seguito dell’assoluzione, in Appello, di 6 dei 7 componenti della commissione, con contemporanea estromissione dal processo di numerose parti civilli costituite, lo Stato, con atto di citazione, ha chiesto indietro i soldi. Fatti analoghi sono accaduti ai familiari delle vittime della Casa dello Studente.»
«Ai tempi del Pd, in sede di Question time, l’onorevole Finocchiaro aveva assicurato che il Governo era intenzionato a trovare una soluzione. Cambiato il Governo, dimenticato tutto. Ed allora io nel giugno 2018, ho inviato una pec al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella quale lo informavo dell’esistenza di queste cause e chiedevo un incontro per cercare di sistemare la vicenda, anche perché, sin dal primo momento, il premier, nelle sue varie e innumerevoli apparizioni, ha dichiarato di essere “l’avvocato degli italiani” e di voler incontrare le persone che glielo chiedono. Non ho mai avuto risposta. Tale pec è stata spedita anche al senatore dei Cinque Stelle, Primo Di Nicola, e neppure da lui ho saputo nulla. Inoltre dal 13 ottobre 2009 langue, chissà dove, una mozione votata all’unanimità dalle forze politiche in Parlamento, che affermava la volontà del Governo di riconoscere lo status di vittime del lavoro ai morti del terremoto del 6 aprile. Nonostante io abbia fatto tanto per fare che in modo che si desse seguito a tale disposizione, è stato sempre ribattuto che mancavano i fondi, anche quando i fondi c’erano, erano stati indicati ed identificati. Nessuno si è mai interessato veramente a questa drammatica vicenda, senza prenderci in giro, senza burlarsi di noi e della nostra tragedia.»
«Le case – avevaaggiunto Piccinini – sono state ricostruite o sono in via di rifacimento, le cose sono state risarcite; invece le vite no, in nessun modo. Anzi… Per noi in dieci anni i fondi non ci sono stati mai. Ci hanno palleggiato da destra a sinistra, per poi palleggiarci anche al centro e poi daccapo. E come se questo turbillon non bastasse, siamo costretti ancora a difenderci nelle aule di tribunale nella indifferenza generale dei politici. Nessuno che si interessi di noi.»
Vittime sisma, lo Stato richiede le provvisionali con la messa in mora
Il giudice civile ha ammesso ieri, 13 maggio, testimonianze importanti per la causa che contempla la restituzione della provvisionale di 300mila euro, richiesta dalla Presidenza del Consigli dei Ministri.
A ottobre ci sarà una nuova udienza civile in cui i familiari, i parenti e i compagni di studio della studentessa di Lanciano, morta nel terremoto con il fidanzato, dovranno testimoniare sull’elemento psicologico che aveva indotto i due giovani a rimanere in casa la notte del 6 aprile 2009.
Ilaria Rambaldi e il fidanzato, nonostante le preghiere dei genitori della ragazza, non uscirono di casa in quanto rassicurati dalle indicazioni del vice della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis, secondo le quali non si sarebbe verificata una scossa pericolosa.
La famiglia della studentessa si batte contro lo Stato che vuole indietro le provvisionali addirittura con la messa in mora dei familiari della vittima e per ottenere invece il risarcimento totale per la morte di Italia.
I legali della famiglia, Wania Della Vigna e Guido Felice De Luca, hanno a loro volta citato in giudizio Bernardo De Bernardinis a pagare “la restante parte del danno patito, 2 milioni di euro circa”, come riporta Il Centro.
Vittime sisma, dopo 10 anni ancora nessun risarcimento per Luigi Cellini
Un’altra famiglia è in attesa di giustizia dopo quella terribile notte del 6 aprile 2009, la famiglia del giovane Luigi Cellini, morto nel crollo del Convitto Nazionale.
Un’altra madre, Lucia Catarinacci, di Trasacco, si batte da anni contro lo Stato e dovrà affrontare ancora un’udienza civile, a dicembre per la precisione.
La donna, assistita dai legali Antonio Milo e Stefano Rossi, nonostante sentenze univoche, confermate dalla Cassazione, nelle quale si conferma la responsabilità civile del Miur, oltre che, nel penale, dell’imputato, il preside Sergio Bearzi, condannato a 4 anni per omicidio colposo, ancora non riesce ad ottenere un euro di risarcimento.
Anche il preside Bearzi si difese dichiarando di non aver fatto evacuare i locali in quanto rassicurato dalle indicazioni della Commissione Grandi Rischi.
A Bearzi fu concessa invece in tempi repentini la grazia, nonostante nel crollo fossero morti tre giovani.
Una disparità di trattamento e di tempistiche che fa male alle famiglie e che finisce con l’intasare il tribunale del capoluogo.
In attesa delle due udienze, rimane l’amarezza dei familiari di fronte a uno Stato titanico e distante che, dopo dieci anni, purtroppo appare sempre più distante.