Paganica, un centro culturale nell’ex carcere storico

21 maggio 2019 | 10:03
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Paganica, un centro culturale nell’ex carcere storico

L’ex carcere di Paganica potrebbe diventare un centro culturale, sede delle associazioni del posto. La proposta arriva dal portavoce della comunità, Raffaele Alloggia.

Questa la richiesta di Raffaele Alloggia, portavoce della comunità della frazione aquilana, un tempo Comune.

Alloggia conosce bene la struttura e la storia che ha alle spalle, compresa la parentesi più recente che l’ha vista assolvere alla funzione di locale dei Donatori di sangue.

Il centro storico di Paganica, del resto, è in piena ricostruzione, come ha sottolineato Raffaele Alloggia al Centro. Parte integrante del centro è proprio l’ex carcere, in posizione centralissima, vicino alla ciesa di Santa Maria del Presepe. Un carcere presente a Paganica sin dai tempi del Regno delle Due Sicilie e divenuto, nel 1861, con l’Unità d’Italia, un carcere mandamentale, cioè destinato ad ospitare i detenuti per reati minori. Durante “il Ventennio”, tuttavia, vi furono reclusi anche gli antifascisti.

Ex Carcere di Paganica, la storia recente

«Nel 1975 a Paganica fu fondata la sezione Donatori di sangue – ricorda Raffaele Alloggia, nell’articolo riportato dal Centro – Chiesi al sindaco di allora, Ubaldo Lopardi, di poter avere una sede all’interno dell’ex carcere e, due anni dopo, i locali furono anche restaurati, grazie proprio all’impegno di un folto gruppo di donatori. Purtroppo il sisma del 2009 ha fatto crollare una parte della struttura, divenuta di conseguenza inutilizzabile, ma oggi, che si comincia a parlare di una nuova ristrutturazione, sarebbe importante renderla, oltre ad un punto di riferimento per i Donatori, anche una sede per le associazioni culturali e sportive di Paganica. Basti pensare, tra le altre cose, che all’ex carcere sono legate storie di personaggi importanti, i quali vi furono reclusi. Come l’antifascista Ferdinando Ferella, che aveva inciso nome e cognome su una pietra del pavimento della cella in cui era rinchiuso». Luogo visitato, prima del terremoto, dal figlio e dal nipote di Ferella, arrivati appositamente a Paganica.