Officina L’Aquila, il racconto della ricostruzione



Officina L’Aquila, la ricostruzione raccontata a dieci anni dal sisma. La comunicazione ieri e oggi e il Modello L’Aquila.
Officina L’aquila come racconto tra luci e ombre, ma basato su presupposti critici, giunto alla settima edizione, promossa da Carsa, in collaborazione con Ance Abruzzo.
Questa mattina l’apertura della rassegna, all’Auditorium del Parco all’Aquila. Alla presenza del sottosegretario di stato del Mibac, con delega alla ricostruzione del patrimonio culturale del territorio colpito dal sisma, Gianluca Vacca, del presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, di Aldo Mancurti, Presidente del fondo etico Ance, del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta.
Un progetto di comunicazione del post-sisma aquilano, che individui un brand territoriale attraverso cui veicolare l’immagine della nuova L’Aquila, una città capoluogo che in dieci anni ha rimesso in piedi gran parte del suo ‘scheletro’ architettonico e soprattutto la sua ‘anima’ sociale e comunitaria: è ciò a cui sta lavorando il Fondo etico della ricostruzione (l’iniziativa solidaristica voluta nel 2014 dal sistema dell’Ance abruzzese per sostenere azioni e opere utili alle comunità e interventi a sostegno di attività culturali, sociali e sportive dei territori colpiti dal sisma), con la collaborazione della casa editrice. L’annuncio è stato dato questa mattina dal presidente del Fondo etico Aldo Mancurti.
Oggi il primo dei due giorni di incontri, incentrato proprio sul racconto della ricostruzione, nell’arco del decennale, domani, invece, il focus “Riabitare l’Appennino per riabitare l’Italia”, con l’analisi delle condizioni materiali e immateriali dell’Aquila e dei Comuni del Cratere. Nella seconda parte del giorno due, invece, al centro la tematica: “Resilienza e protezione del territorio e delle infrastrutture”.
Saluti istituzionali e poi via alla tavola rotonda: il racconto della ricostruzione 2009-2019, nel primo degli incontri in programma, moderato dal direttore editoriale Casra srl, Oscar Buonamano. A partire dalle 14,30 di oggi, Cantieri aperti, Education Press Tour riservato a Media e Istituzioni.
Officina L’Aquila, le parole del sottosegretario Vacca
«La soprintendenza speciale dell’Aquila e dei comuni del cratere non solo non chiude, ma diventerà un ufficio stabile. L’Abruzzo avrà, quindi, due Soprintendenze stabili, a dimostrazione della grande attenzione che il Mibac ha per la ricostruzione». Lo ha detto il sottosegretario ai Beni culturali Gianluca Vacca in occasione dell’incontro organizzato da “Officina L’Aquila” su “Il racconto della ricostruzione”.
«Stesso discorso – ha aggiunto – per il Segretariato regionale, la cui sede resterà all’Aquila e non sarà accorpata con il Lazio. Nessuno scippo alla città, quindi, come invece qualcuno ha frettolosamente voluto far credere. Abbiamo avviato un piano di riorganizzazione all’interno del Ministero tenendo ben presente l’importanza degli uffici dell’Aquila, considerato il grande lavoro che ancora resta da fare. Un piano che a breve comincerà il suo iter di approvazione, e che quindi, ci tengo a sottolinearlo, prevede una Soprintendenza stabile in più per l’Abruzzo. La stabilizzazione della soprintendenza con questa nuova configurazione potrebbe comportare un ripensamento delle altre sedi degli uffici periferici del Mibac in Abruzzo, ma il tutto avverrà nel caso dopo un’interlocuzione con gli enti locali e con i territori, come abbiamo sempre fatto. Interlocuzione – ha concluso Vacca – che riguarderà anche l’ambito territoriale della nuova Soprintendenza».
Officina L’Aquila, il racconto della Ricostruzione con i giornalisti a confronto
Giornalisti ed esperti dell’informazione sono intervenuti per raccontare quanto in dieci anni è stato narrato dalla stampa. Oggetto del confronto il divario nella trattazione degli argomenti tra la stampa nazionale e quella locale. Tra i giornalisti presenti: la direttrice del Capoluogo, Roberta Galeotti, Nello Avellani, Angelo De Nicola, Marianna Gianforte, Marina Marinucci e Antonio Monaco.
«Un divario evidente» come sottolineato dal presidente Pallotta «soprattutto nella prima fase, quella dell’emergenza». La notizia buona che non fa notizia e che spesso «ha restituito un’immagine poco veritiera dell’Aquila, lasciando spazio alle critiche piuttosto che ai dati oggettivi di una ricostruzione che, pur avendo le sue criticità, deve diventare un Modello L’Aquila, come brand da esportare», ha sottolineato ai microfoni del Capoluogo il professore in Comunicazione di Crisi, all’Unite, Stefano Cianciotta.
La direttrice del Capoluogo Roberta Galeotti, intervenuta a relazionare ad Officina L’Aquila, ha raccontato: «Ho iniziato a lavorare al Capoluogo nel dicembre del 2008. Il nostro è un giornale digitale, che differisce molto dal tipo di giornalismo canonico. Questo ha permesso, durante lo sciame sismico, di far commentare alla comunità ogni singola notizia. Inizialmente abbiamo raccontato tantissime storie, alcune anche tremende. Fare cronaca era semplice, c’era tanto da dire, ora invece è difficilissimo sapere cosa raccontare».
«Attraverso un’attenta analisi abbiamo potuto constatare che sono le notizie belle quelle accolte con maggior attenzione e interesse. La riconsegna di un palazzo, una riapertura in centro storico. La gente, all’Aquila, vuole sentirsi raccontare cose belle. Il contesto in cui tutti viviamo, invece, ci spinge a porci delle domande: i giovani di adesso, a L’aquila, hanno bisogno di valori. Quali sono questi valori? Difficile capirlo e complesso risulta intravedere con lucidità prospettive future, perché oggi come oggi si fa il conto con due crisi, quella del terremoto e quella del mondo che è cambiato, proprio dopo il sisma» ha concluso la direttrice Roberta Galeotti.