Europee, in Abruzzo la Lega spreca 100mila preferenze

28 maggio 2019 | 14:47
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Europee, in Abruzzo la Lega spreca 100mila preferenze

Abruzzo regione “più leghista” di tutta la circoscrizione, ma non avrà rappresentanti a Bruxelles. L’analisi del cortocircuito politico della Lega.

Alle elezioni europee, nella circoscrizione meridionale, la Lega nella maggior parte delle regioni ha raggiunto percentuali che vanno dal 19,21 della Campania al 25,29 della Puglia. A rimettere il partito di Salvini in linea con il dato nazionale, però, ci ha pensato con un corposo 35,31% l’Abruzzo, che si conferma la regione “più leghista” della circoscrizione meridionale, ma non esprimerà rappresentanti al Parlamento europeo. Non è solo questione di bacino elettorale: un’anomalia spiegata dai dati.

Elezioni europee, in Abruzzo la Lega snobba i suoi candidati.

La Lega in Abruzzo ha “sprecato” più della metà dei voti. In totale, infatti, sono 205.370 i voti andati al partito di Matteo Salvini. Di questi, 101.826 sono stati espressi con preferenza, ma ben 103.544 voti sono stati espressi senza. A farne le spese, i due candidati abruzzesi, l’aquilana Elisabetta De Blasis e Antonello D’Aloisio di Chieti. La prima ha ottenuto (secondo i dati del Ministero) 26.508 preferenze, il secondo 10.386. Tenuto conto che con 35mila preferenze il posto a Strasburgo è assicurato, è evidente che qualcosa non ha funzionato, soprattutto per la candidata aquilana, Elisabetta De Blasis, a cui mancavano meno di 10mila voti per essere eletta.

Europee in Abruzzo, il cortocircuito della Lega.

Un’analisi più approfondita dei dati, può dare anche la dimensione politica del cortocircuito che si è creato in Abruzzo tra la Lega e i suoi candidati. La consigliera comunale dell’Aquila, Elisabetta De Blasis, ha ottenuto 26.508 preferenze, quasi tutte raccolte in provincia dell’Aquila. Nel dettaglio, 12.045 sono arrivati dalla provincia aquilana, 2600 da Teramo, 1536 da Pescara e 3859 da Chieti. Se nelle province di Pescara e Chieti la candidata aquilana ha “sofferto” la concorrenza del candidato concorrente, il dato di Teramo (inferiore perfino a quello di Chieti, dove De Blasis aveva “contro” il candidato locale) merita qualche riflessione in più.

Europee, a Teramo si vota Lega ma non per i suoi candidati.

Emblematico, si diceva, il caso di Teramo, dove i due candidati della Lega hanno ottenuto in totale appena 4064 preferenze. Eppure, Teramo è la provincia abruzzese con le percentuali maggiori per la Lega: 38,13%, contro il 35,67% dell’Aquila, il 33,54% di Pescara e il 33,42% di Chieti. Di voti, nella provincia di Teramo, ne sono arrivati 51.515 per la Lega, ma con solo 21.699 preferenze espresse (oltre 13mila a Salvini). In pratica, più della metà dei voti dati alla Lega non hanno raggiunto i candidati abruzzesi. In misura minore, il problema si ripercuote sulle altre province, tranne che a L’Aquila. A L’Aquila, infatti, la candidata locale ha sfondato quota 12mila preferenze, arrivando a 20.041 con il contributo, un po’ scarso, delle altre province. A quota 26.508, poi, la consigliera aquilana ci è arrivata con voti provenienti dalle altre regioni della circoscrizione (soprattutto Puglia).

Insomma, con oltre 26mila preferenze, Elisabetta De Blasis non va in Europa, pur essendo la candidata più votata della Regione più leghista della circoscrizione. Con altre 10mila preferenze, la consigliera aquilana avrebbe avuto un posto assicurato a Bruxelles, ma probabilmente ne sarebbero bastati meno. Considerato che in Abruzzo c’erano “a disposizione” altre 100mila possibilità (senza contare che erano 3 le preferenze attribuibili) di esprimere preferenze (di cui quasi 30mila solo a Teramo), il dato diventa improvvisamente “politico”. Risulta evidente infatti che, a parte L’Aquila, in molti hanno lavorato molto bene per la Lega, ma non per i suoi candidati. Il motivo? Questo i dati non lo dicono, ma non è escluso che possa trattarsi di un “segnale” politico ben preciso alla Lega aquilana evidentemente considerata da “ridimensionare” nei rapporti di forza all’interno delle dinamiche regionali di partito. Cui prodest? Di certo non ai candidati della Lega, che rimangono fuori dal Parlamento europeo, pur essendo rappresentanti della regione più “leghista” della circoscrizione sud.